Rifiuti: Zamparutti resenta interrogazione su traffico illecito rifiuti

Elisabetta Zamparutti, deputata radicale in Commissione Ambiente, ha presentato un’interrogazione parlamentare ai Ministri dell’Ambiente e della Salute in merito al traffico illecito di rifiuti tossici scoperto in Lombardia ma con addentellati in altre zone del Paese e ha dichiarato:
“L’operazione che ha portato alla scoperta dell’ennesimo traffico illecito di rifiuti tossici in Lombardia dimostra come il settore che non consoce crisi e non ha problemi di accesso al credito è quello legato all’illegalità. E’ questo il terreno che, seppur disconosciuto a parole, unisce di fatto il Paese con un Nord più ricco che si appoggia ad un Sud più arretrato in un sodalizio che nell’illegalità non consoce soluzione di discontinuità.
Di fronte alla gravità del problema vorrei sapere se e quali dati sul fenomeno del traffico illecito di rifiuti in Italia siano a disposizione dei Ministri competenti; quali iniziative intendano adottare per garantire maggiore trasparenza e maggiore informazione sullo stato effettivo della gestione dei rifiuti in Lombardia e sull’intero territorio nazionale. Penso che il Ministro dell’Ambiente debba costituirsi parte civile in procedimenti di questo tipo. Infine chiedo di conoscere quali precauzioni sono state adottate o si intendano adottare per  salvaguardare la salute dei cittadini dei comuni ricadenti nelle zone interessate dal traffico illecito.”
 
Al Ministro dell’Ambiente
Al Ministro della Salute

Premesso che:
da notizie stampa si apprende di un traffico illecito di rifiuti tossici in Lombardia;
i carabinieri del Gruppo tutela ambiente (Gta) di Treviso, con il sostegno dei carabinieri dei comandi provinciali di Varese, Monza, Milano e del secondo Elinucleo di Orio al Serio hanno sventato un’associazione per delinquere finalizzata al traffico illecito di rifiuti, falsità documentale e riciclaggio;
l'organizzazione, secondo quanto accertato dai carabinieri, operava attorno a un sito di Fagnano Olona (Varese), noto come La Valle, formalmente adibito a ricovero di mezzi, ma di fatto utilizzato illecitamente come base di stoccaggio e trattamento di rifiuti pericolosi. Coinvolti nell'inchiesta i membri della famiglia di Salvatore Accarino, che avrebbe coordinato l'illecita gestione di rifiuti provenienti dalla bonifica della cartiera Fornaci di Fagnano Olona, soprattutto terre contaminate da idrocarburi e metalli pesanti;
Salvatore Accarino, tramite la creazione di diverse società intestate a prestanome, avrebbe diretto l'organizzazione raccogliendo rifiuti speciali, pericolosi e no, in Lombardia e anziché trasferirli in luoghi autorizzati, li avrebbe trasferiti in siti non autorizzati con alti guadagni che sarebbero poi stati riciclati con l'acquisto di mezzi e attrezzature da impiegare nelle società collegate all'organizzazione, oppure acquistando nelle aste pubbliche mediante prestanomi unità immobiliari in passato pignorate alla famiglia Accarino;
nel 2008 Accarino era già stato condannato in primo grado a sei anni e mezzo proprio per il traffico di rifiuti tramite la società Lombarda Servizi di Olgiate Olona che coinvolgeva la Campania, la Lombardia e l’Emilia Romagna in un’operazione per cui rifiuti urbani raccolti a Napoli arrivavano di nascosto in provincia di Varese dove venivano mescolati con terra contaminata e veleni industriali di vario genere e poi inviati di nuovo in Meridione e alla fine smaltiti come scarti non pericolosi in un deposito di Grottaglie (Taranto) o direttamente nelle campagne lombarde;
una delle aziende coinvolte arrivò a fatturare 1,5 milioni di euro e il perno dell’operazione erano i fondi pubblici del Commissariato per l’emergenza rifiuti della Campania;
tra gli indagati vi sarebbero anche vertici locali di alcuni istituti bancari compiacenti;
nonostante il suo status di pluriprotestato, che impediva di fatto la titolarità dei depositi, Salvatore Accarino sarebbe stato sistematicamente favorito dai direttori e impiegati di banca di alcuni istituti di credito nelle province di Verbania, Varese e Milano;
nell’ultimo Rapporto di Legambiente sulle ecomafie si denuncia la scomparsa di 31 milioni di tonnellate di rifiuti speciali in un anno in Italia per un valore stimato di circa 7 miliardi di euro;
si chiede di sapere:
se e quali dati siano in possesso dei Ministri interrogati circa il fenomeno del traffico illecito di rifiuti in Italia;
quali iniziative si intendano adottare per garantire maggiore trasparenza e maggiore informazione sullo stato effettivo della gestione dei rifiuti in Lombardia e sull’intero territorio nazionale;
se il Ministro dell’Ambiente intenda costituirsi parte civile nel procedimento in corso.
quali precauzioni sono state adottate o si intendano adottare per  salvaguardare la salute dei cittadini dei comuni ricadenti nelle zone interessate dal traffico illecito.
 

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