Relazione annuale Bankitalia. Pannella, De Lucia, Capone: tutta la partitocrazia plaude a Draghi, ma nelle parole del Governatore è lei il vero imputato

·       Dichiarazione di Marco Pannella, Michele De Lucia (Tesoriere Radicali italiani) e Piero Capone (Direzione Radicali italiani)
 
L’importante relazione illustrata da Mario Draghi all'Assemblea annuale della Banca d'Italia ha provocato il plauso unanime dei partiti della partitocrazia. Eppure proprio la partitocrazia è, nelle parole del Governatore, il principale imputato della situazione in cui versa il nostro Paese.
 
Dire che l'evasione dell'Iva comporta un mancato gettito di 30 miliardi di euro ogni anno - pari a due punti di Pil - vuol dire denunciare l’enorme peso dell’economia sommersa: un conto salatissimo che non può più essere occultato. D'altra parte, se i controlli sono scarsi e le aliquote alte, evadere conviene.
 
Non si può, insomma, applaudire Draghi, per poi proseguire una politica – partitocratica e sindacatocratica – per cui l'età pensionabile è un tabù, non si fa la riforma del welfare, non si fa una riforma fiscale fondata sul contrasto di interessi, non si promuove la concorrenza, non si interviene contro le corporazioni, non si incide sulla spesa pubblica clientelare. Senza riforme non c'è crescita, ma la crescita può venire solo da riforme strutturali che rendano più competitiva la nostra economia: lo conferma il dato sulla produttività, che negli ultimi 10 anni è aumentata in Italia di appena tre punti, a fronte dei 14 dell'Eurozona.
 

La vera sfida, per l'Italia, è liberarsi dal regime partitocratico prima di passare definitivamente dalla povertà alla miseria; cogliere l'alternativa radicale, liberale, prima che sia troppo tardi e che vi sia un esito, se possibile, ancora più manifestamente autoritario, oligarchico, antidemocratico. 

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