L’appello di Gianni Alemanno fa sorridere ed anche un po’ tenerezza.
Durante lo sciopero della sete di Emma Bonino, mentre noi Radicali denunciavamo la lunga serie di omissioni e violazioni di legge che abolivano di fatto i diritti di elettorato attivo e passivo degli italiani, Alemanno si distinse nel dileggio, invitando ad interrogarci sulla nostra rappresentativita’ nel Paese.
Oggi lo troviamo a piangere lacrime di coccodrillo su presunte limitazioni alla liberta’ di espressione dei romani.
La realta’ e’ altra: in questo caso non di diritti dei cittadini si tratta, ma di mera incapacita’, se non di altro, da parte dei sodali del Sindaco.
Evidentemente Alemanno continua a vivere la legalità con l’animo dello sceriffo, un tanto al peso, anziché come questione di democrazia e rispetto dei diritti civili e politici dei cittadini.
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