Radicali: Il Tribunale di Monza condanna Maurizio Belpietro e Roberto Sandalo per diffamazione contro Sergio D’Elia

Il tribunale di Monza ha condannato Maurizio Belpietro e Roberto Sandalo per diffamazione nei confronti del Segretario di Nessuno tocchi Caino, Sergio D’Elia, ha comunicato l’avvocato Giuseppe Rossodivita, legale di D’Elia.
“Nel 2006 – ricorda Rossodivita - Sergio D’Elia, all’epoca deputato de La Rosa nel Pugno, venne eletto Segretario della Camera dei Deputati e contro di lui partì, ad opera di una certa stampa, una vergognosa campagna di linciaggio personale e politica. Oggi arriva la condanna per Maurizio BELPIETRO, all’epoca direttore de Il Giornale e Roberto SANDALO, pentito di Prima Linea, in passato ritenuto affidabile e credibile dalla magistratura ed oggi detenuto per aver effettuato attentati anti-islam.”
All’epoca dei fatti, Sandalo rilasciò un’intervista a Il Giornale di Belpietro, accusando Sergio D’Elia di un omicidio di una guardia giurata avvenuto, all’epoca di Prima Linea, in seguito ad una rapina finita male in Toscana. Secondo Sandalo quell’omicidio era sfuggito alla contabilità degli attacchi di Prima Linea da attribuire alla responsabilità di Sergio D’Elia.
“Il Giornale di Belpietro – spiega l’avvocato Rossodivita - fece dell’intervista la cover story, con tanto di fotografia di D’Elia e titoli perentori che, letti dal comune lettore, non lasciavano dubbi circa la verità dei fatti raccontati da Sandalo, tanto che la Procura di Firenze aprì un’indagine chiusa poi con un nulla di fatto.”
“A seguito della querela di D’Elia e del dibattimento celebrato davanti al Tribunale di Monza, Sezione distaccata di Desio, ove sono stati sentiti D’Elia, lo stesso Sandalo ed i testimoni introdotti dalla difesa di quest’ultimo, ex terroristi di Prima Linea che avrebbero dovuto confermare la versione di Sandalo, si è inequivocabilmente accertato - dichiara l’avv. Giuseppe Rossodivita - che quelle raccontate da Roberto Sandalo a Il Giornale erano e sono delle assolute falsità, pura invenzione.”
Il giudice di primo grado, Letizia Anna Brambilla, ha assolto l’autore dell’intervista Stefano Zurlo ma ha inflitto la pena della multa sia a Sandalo che a Belpietro, condannati in solido anche al risarcimento dei danni, ed ha ordinato la pubblicazione della sentenza, per due volte, a cura della cancelleria ed a spese degli imputati, sul quotidiano Il Giornale.
“Questa sentenza – dichiara ancora l’avv. Giuseppe Rossodivita – si aggiunge a quella già inflitta in primo grado dal Tribunale di Roma al Direttore del TG4 Emilio Fede che pure si distinse nella campagna contro Sergio D’Elia. A seguito di quella campagna di stampa sul nome di Sergio D’Elia - quale componente della pattuglia Radicale da eleggere nella Lista del PD alle ultime elezioni politiche – fu posto il veto da Walter Veltroni ‘per motivi di opportunità’.”
Dichiara Sergio D’Elia: “Nello stato di non diritto che connota il nostro Paese, il calcolo del rapporto costi-benefici in casi di diffamazione è sempre favorevole ai diffamatori. Quel che è fatto è fatto e, soprattutto quando viene riconosciuto dopo molto tempo, il danno è sempre irreparabile.”

© 2009 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati

SEGUICI
SU
FACEBOOK

Nota sui commenti: i commenti lasciati dagli utenti del sito non vengono ne' censurati ne' verificati in base al contenuto. I commenti con link non vengono pubblicati. Per i commenti si utilizza la piattaforma Diqsus che memorizza sui suoi server tutti i dati degli utenti, compreso l'indirizzo IP in caso di eventuali segnalazioni per abusi o violazioni di legge. Tutti possono lasciare commenti, quindi non c'e' alcuna verifica sull'appartenenza degli utenti al partito o al movimento Radicale.