Radicali Italiani: esposto in Procura su sostituzione Ruffini e nomina Di Bella alla direzione di Rai 3. Caso Di Bella come il caso Mastella?

 

Nei prossimi giorni Radicali Italiani presenterà, con l’Avv. Giuseppe Rossodivita, un esposto presso la Procura della Repubblica di Roma, unica competente per territorio, al fine di far aprire una indagine per verificare se con la cacciata di Ruffini e la nomina di Di Bella alla direzione di RAI 3, votata dal Consiglio di Amministrazione della RAI, con l’unico voto contrario del Consigliere Nino Rizzo Nervo, sia stato consumato qualche reato.
Se difatti i giornali, da tempo, parlavano di un avvicendamento che ci sarebbe stato solo dopo l’elezione del nuovo segretario del PD, oggi parole gravissime, che meritano di certo un approfondimento investigativo, sono state pronunciate da diversi protagonisti della vicenda.
Paolo GENTILONI, responsabile della comunicazione del PD, ha affermato, secondo quanto riportato dai giornali, che il vertice RAI ha dato esecuzione a un ordine esterno, ed il Consigliere NINO RIZZO NERVO, sempre secondo quanto riportato dai giornali, ha dichiarato: “Non avrei mai immaginato che la richiesta di epurazione da mesi sollecitata dall’esterno potesse essere accolta con un solo voto contrario”, aggiungendo che “i risultati di qualità, di ascolti ed economicità di gestione raggiunti da Paolo Ruffini erano inattaccabili” e che “l’avvicendamento di Ruffini non ha alcuna giustificazione aziendale, Sergio ZAVOLI, Presidente della Commissione Parlamentare di Vigilanza elenca tre elementi esorbitanti da criteri giurisdizionali: “l’estenuante lentezza della decisione; l’assenza di motivazioni che accreditassero la natura professionale del provvedimento; l’incongrua, nuova collocazione escogitata per giustificare un esito di cui la politica stessa, certo non estranea alla questione, non credo possa menar vanto”, mentre Milena GABANELLI, evoca sul Corsera, carriere dentro la RAI dettate dalla politica secondo un criterio basato sulla fedeltà o sulle conoscenze.
Si tratta di quattro dichiarazioni convergenti provenienti da soggetti non solo autorevoli, ma attendibili e credibili, che, alla luce di quanto si è potuto leggere nei mesi scorsi sulle pagine dei giornali, meritano sicuro approfondimento, anche attraverso la ricerca di riscontri esterni.
“Se così fosse, infatti”, dichiara Mario Staderini, Segretario di Radicali Italiani, “non vediamo, al momento, la differenza con il caso Mastella - cui la procura di Napoli ha dedicato cospicue energie investigative - nel quale dall’esterno delle ASL ed in particolare dal gruppo facente capo all’Udeur Campano, venivano, secondo l’accusa, imposte assunzioni ed incarichi.”
“O meglio delle differenze ci sono, qui si tratta del diritto all’informazione completa, obiettiva, imparziale che la concessionaria del servizio pubblico RAI-Radiotelevisione italiana S.p.a., a mezzo dei suoi dirigenti incaricati di pubblico servizio, dovrebbe fornire ad oltre 55 milioni di cittadini elettori, per poi consentirgli di farsi un’idea di questa classe politica e votare di conseguenza; qui si tratta di garantire propaganda, continua, quotidiana, diretta ed indiretta, del valore di migliaia di milioni di Euro l’anno ai vertici dei partiti che lottizzano; lì a Napoli, con tutto il rispetto, forse era questione di meno importanza.”
Vedremo cosa farà la Procura di Roma, per intanto diamo la notizia che il 17 dicembre è fissata l’udienza in camera di consiglio, davanti al GIP di Roma, dr. Riccardo AMOROSO, per discutere dell’opposizione alla ennesima richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura Romana per la denuncia sporta da Pannella e Bonino in occasione della campagna elettorale delle Europee, ove alla Lista Pannella - con 500 militanti e dirigenti in lotta nonviolenta con l’arma del digiuno e con Emma Bonino, vicepresidente del Senato che occupava la RAI - in un mese di campagna elettorale i tre TGRAI, dal 3 aprile fino al 17 maggio 2009, avevano riservato - a fronte della legge che imponeva ai notiziari di conformarsi, con particolare rigore ai criteri di tutela del pluralismo, dell’imparzialità, dell’indipendenza, della completezza, dell’obiettività e di parità di trattamento tra le diverse forze politiche - un tempo di parola complessivamente pari a 8 minuti e qualche manciata di secondi; agli altri, i lottizzanti, intere ore di programmazione.

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