Professioni, Staderini e De Lucia: la "riforma" forense è blitz corporativo ed illiberale, contro la concorrenza e contro la crescita

 

Dichiarazione di Mario Staderini, Segretario di Radicali Italiani, e Michele De Lucia, tesoriere di Radicali Italiani
La riforma dell’ordine forense in discussione al Senato rappresenta una controriforma che peggiora, se possibile, l’attuale ordinamento delle professioni, perfezionamento tutto partitocratico dell’impostazione corporativa elaborata nel periodo fascista.
Introdurre restrizioni anacronistiche all’accesso alla professione e trasformare il Consiglio nazionale forense in un organo, in tutti i sensi, “d’ordine”, se non di “pulizia”, collocherebbe l’Italia al di fuori – una volta di più – da quanto previsto dai Trattati dell’Unione europea. Se dovesse passare, è fin troppo facile prevedere che la mattina dopo gli altri ordini si ritroverebbero a fare la fila davanti a Palazzo Chigi, pronti a rivendicare analoghi interventi protettivi.
Sarà un caso, ma il 15 aprile il Ministro Alfano si appresta a riunirsi in conclave (in quanto tale, assolutamente non pubblico) con i vertici degli ordini professionali per concertare l’estensione a tutti del metodo “forense”, mentre gli oltre tre milioni e mezzo di liberi professionisti appartenenti a professioni non ordinistiche continuano ad essere esclusi o penalizzati da ogni confronto.
Il nostro Paese, anche per le professioni, non ha bisogno dell’ennesima controriforma, ma – finalmente – di una vera Riforma: quella liberale di tipo anglosassone, che ponga al centro da una parte il merito, la capacità e l’iniziativa individuale, dall’altra un effettivo miglioramento della qualità delle prestazioni offerte ai cittadini, grazie a quella concorrenza che è oggi il vero nemico pubblico numero uno degli ordini.

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