Polo della logistica di Passo Corese, presentata interrogazione dei Consiglieri Radicali Rossodivita e Berardo

Polo della logistica di Passo Corese

Cosa ci fa un Polo della Logistica in un’area di pregio archeologico e paesaggistico? Lo chiedono i Consiglieri regionali della Lista Bonino Pannella, Giuseppe Rossodivita e Rocco Berardo che hanno presentato un’interrogazione urgente a risposta scritta alla Presidente della Regione Lazio Polverini in merito alla realizzazione del Polo della Logistica a Passo Corese nel comune di Fara in Sabina in provincia di Rieti.

Il Consorzio  Industriale della Provincia di Rieti ha promosso la realizzazione di un Polo della Logistica, che prevede la costruzione di capannoni industriali per un volume di circa 6 milioni di metri cubi su un’area di circa 200 ettari. L’area individuata per la realizzazione del Polo insiste su una zona archeologica che il recente Piano Territoriale Paesistico della Regione Lazio destina a Parco Archeologico e Culturale “Cures Sabini”. La zona è stata oggetto di numerosi studi archeologici e vi sono stati fatti importanti ritrovamenti. La Soprintendenza per i Beni Archeologi del Lazio, ne  ha indagato, a tutt’oggi, circa un terzo della superficie.

Malgrado le dimensioni dell’insediamento – definito il più grande progetto di politica industriale nella provincia di Rieti dal dopoguerra - e l’entità degli investimenti previsti (solo quelli regionali già deliberati prevedono finanziamenti per 1.217.306,16 euro per la realizzazione di un depuratore e 13.912.000,00 euro per la realizzazione del raccordo stradale tra la S.S.4/dir e la S.R. 313 Ternana) sul Polo della Logistica l’informazione è molto scarsa e lacunosa.
 
Nel documento, dunque, Rossodivita e Berardo  chiedono alla  Presidente Polverini di sapere con quali criteri la Regione Lazio ha espletato l’iter autorizzativo del Polo Logistico di Passo Corese in un’area che lo stesso PTPR ha indicato come Parco Archeologico e Culturale. Si chiede, inoltre di sapere se sia stata effettuata una rigorosa valutazione di impatto ambientale dell’insediamento e degli effetti sulla qualità della vita dei cittadini e se la Regione Lazio visti anche i consistenti investimenti infrastrutturali deliberati, stia monitorando la realizzazione del Polo e se sia a conoscenza di un preciso  cronoprogramma dei lavori.
 
Si chiede anche “se esista un Piano Industriale del Polo Logistico che ne documenti l’effettiva ricaduta quantitativa e qualitativa sull’occupazione e sullo sviluppo dell’economia provinciale e regionale.” 
 
I Consiglieri Radicali chiedono di sapere, infine, “se tutte la fasi di progettazione e cantieramento dell’opera siano state accompagnate da adeguate azioni di informazione e partecipazione della cittadinanza e quali siano le ragioni per una così evidente mancanza di fonti d’informazione istituzionale sul progetto del Polo Logistico, sugli esiti delle indagini archeologiche effettuate nell’area e sullo stato di avanzamento dei lavori.”
 
“Con questa interrogazione” ha dichiarato Giuseppe Rossodivita, capogruppo della Lista Bonino Pannella in Consiglio regionale “abbiamo voluto raccogliere le sollecitazioni di Associazioni e Comitati di cittadini per denunciare la grave mancanza di informazione e partecipazione pubblica sul  progetto del Polo Logistico, se si eccettua un opuscolo inviato ai cittadini con informazioni del tutto generiche.”
“Sul Polo, infatti, risulta impossibile” ha sottolineato Rossodivita “reperire fonti di informazione completa e trasparente sui siti istituzionali di Regione Lazio, Provincia di Rieti, Comune di Fara in Sabina e del Consorzio per lo Sviluppo Industriale di Rieti. Non ci risulta, inoltre, che esista un sito web del Parco Industriale della Sabina S.p.A., una carenza di informazione che desta preoccupazione e su cui i cittadini devono avere risposte.”

© 2010 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati

SEGUICI
SU
FACEBOOK

Nota sui commenti: i commenti lasciati dagli utenti del sito non vengono ne' censurati ne' verificati in base al contenuto. I commenti con link non vengono pubblicati. Per i commenti si utilizza la piattaforma Diqsus che memorizza sui suoi server tutti i dati degli utenti, compreso l'indirizzo IP in caso di eventuali segnalazioni per abusi o violazioni di legge. Tutti possono lasciare commenti, quindi non c'e' alcuna verifica sull'appartenenza degli utenti al partito o al movimento Radicale.