- Dichiarazione di Michele De Lucia, Tesoriere di Radicali italiani
Nel corso dell’audizione sulla finanziaria in Commissione bilancio, il Ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, ha oggi dichiarato che “non c’è bisogno di una riforma del sistema previdenziale… ma se c’è qualcuno che vuole proporre una riforma lo faccia, la presenti in Parlamento e ne discuteremo in modo dettagliato”. Il ministro ha poi aggiunto che “se c’è bisogno di fare deficit, si farà solo sulla Cassa integrazione”.
Insomma: prima il governo per mesi ha negato la stessa esistenza della crisi, poi – non potendo più nascondere la realtà – ha recitato il mantra del “non si fanno riforme in tempo di crisi”, che quindi c’è. La realtà – quella reale, non quella virtuale – ci dice che nel 2008 hanno chiuso 22mila imprese commerciali e che nel 2009 altre 25mila stanno seguendo la stessa sorte; che 1,2 milioni (milioni) di lavoratori non hanno alcuna indennità in caso di disoccupazione involontaria, mentre un altro milione di lavoratori è quasi come se non l’avesse; che 450mila parasubordinati non hanno sussidi o non accedono ai benefici introdotti dal governo nell’ultimo anno; che la spesa sociale dell’Italia è sbilanciatissima sulle pensioni, laddove l’età pensionabile resta tra le più basse dell’UE, e si potrebbe continuare a lungo.
Questa è la realtà con la quale bisogna misurarsi, e milioni di italiani la affrontano a mani nude proprio perché le riforme non sono mai state fatte. Se davvero il ministro Tremonti è pronto a discutere, non ha bisogno di attendere che “qualcuno” proponga una riforma, perché le proposte radicali – che hanno tutte una caratteristica: dicono come trovare i soldi necessari a realizzarle – sono dall’inizio delle legislatura già depositate in Parlamento: da quella che consentirebbe, aumentando con gradualità l’età pensionabile, di istituire un sistema universale di ammortizzatori sociali, fino alla proposta “Pannella” sull’età massima lavorativa, depositata sia alla Camera che al Senato con le prime firme rispettivamente dell’on. Giuliano Cazzola e del sen. Pietro Ichino.
Se davvero si vuole discutere, si inizi con il calendarizzare queste proposte di legge.
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