Dichiarazione di Michele De Lucia, Tesoriere di Radicali italiani
Dal momento che la realtà supera sempre la fantasia, non c’è da stupirsi per il fatto che oggi il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, abbia posto, nel corso del vertice europeo, la questione della spesa pensionistica, auspicando “meccanismi di gradualità” per l’aumento dell’età pensionabile.
Invitiamo il Berlusconi-versione-2010 a presentare reclamo contro il Berlusconi-versione-2004: quello che fece finta, con la legge Maroni, di innalzare l’età pensionabile (riforma tutt’ora necessaria, almeno come possibilità per i lavoratori di scegliere cosa fare, se si vuole fare quella riforma del welfare in senso universalistico che tanto servirebbe per affrontare la crisi in corso), salvo rinviarne – con il cosiddetto “scalone” – l’entrata in vigore al 1° gennaio 2008, ossia alla legislatura successiva. Una finta, insomma.
Già che c’è, il Presidente del Consiglio se la prenda anche con il Berlusconi-versione-2008-2009: quello che, all’unisono con Tremonti e Sacconi (due punte avanzatissime del riformismo italiano: l’uno inventore dell’otto per mille, l’altro fino alla fine scatenato contro la famiglia Englaro), ha ripetuto per due anni che “non si fanno le riforme in tempo di crisi”.
Ancora una volta, siamo pronti a scommettere che non sarà possibile rivolgere queste osservazioni al leader del PDL in nessuna sede, a cominciare da quella televisiva di cui è monopolista per concessione partitocratica.
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