Pena di morte. esecuzione di Vasily Yzepchuk in Bielorussia segna inconsistenza del governo nella tutela dei diritti umani

Sergio d’Elia, segretario di Nessuno tocchi Caino ed Elisabetta Zamparutti, deputata radicale che sul caso di Vasil Yuzepchuk aveva presentato un’interrogazione parlamentare (http://documenti.camera.it/leg16/resoconti/assemblea/html/sed0237/stenografico.htm ) e tesoriera dell’associazione, hanno così commentato la notizia dell’esecuzione in Bielorussia:
 
“L’esecuzione di Vasil Yuzepchuk, insieme a Andrei Zhuk esprime in tutta la sua drammaticità l’urgenza di un cambio di rotta della politica estera italiana.
Berlusconi è stato il primo capo di un governo europeo a recarsi, pochi mesi fa,  in vista ufficiale in Bielorussia dal 1997, anno della sospensione del paese dal  Consiglio d’Europa proprio per violazioni dei diritti umani e pratica della pena di morte. Il nostro Ministro degli Esteri Frattini si è proclamato l’avvocato di Lukashenko in Europa nonostante la sua vista a Minsk fosse stata “salutata” dalla conferma della condanna a morte di Vasil da parte della Corte Suprema.
E se sul piano bilaterale si sono siglati accordi  economico-commerciali, l’Italia non ha avanzato nessuna richiesta a Minsk per il rispetto dei diritti umani e quantomeno la sospensione della pena di morte. Come sul piano interno, così su quello internazionale, Berlusconi ed il suo Governo dimostra di non avere alcuna considerazione dei principi dello stato di diritto.
Questo ci allontana dall’Europa, che nel condannare l’esecuzione di Vasil Yuzepchuk, afferma invece che pur nel dialogo “quando si tratta di valori quali diritti umani e democrazia non si accettano compromessi”.

 

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