Open Camera - "Liberi" i conti segreti della Camera dei Deputati

E' online sul sito www.boninopannella.it/trasparenza la lista dei fornitori e delle consulenze della Camera dei deputati, chiesta e ottenuta dalla radicale eletta nelle liste del Pd Rita Bernardini.
E' uno dei risultati della campagna per l'anagrafe pubblica degli eletti e dei nominati, ingaggiata da Radicali italiani. La partita era iniziata nel luglio dello scorso anno, quando Rita Bernardini aveva chiesto, in occasione dell'esame e dell'approvazione del bilancio della Camera, la lista dei fornitori, dei consultenti e delle ditte che lavorano per l'amministrazione.
L'obiettivo é stato raggiunto poco più di un mese fa, quando, dopo uno sciopero della fame intrapreso da Rita Bernardini per far valere il diritto di accesso a quei documenti previsto dal Regolamento della Camera, finalmente é arrivato il materiale richiesto. «Cara Bernardini - scrisse nell'occasione il presidente Fini - il tuo sarà lo sciopero della fame più breve della storia».
Questi dati sulle collaborazioni e le consulenze della Camera dei deputati vigenti al 1° gennaio 2010, e l'elenco delle ditte con le quali sono in corso contratti di lavori, forniture e servizi, sono stati consegnati è quello cartaceo. Rita Bernardini ha deciso di rendere pubblici questi dati in "formato aperto", secondo quanto previsto dal programma di governo regionale di Emma Bonino e delle liste Bonino Pannella.
Secondo Marco Pannella «è impossibile che dallo studio di questi dati non venga fuori roba da codice penale. Sono dispostissimo a sottoscriverlo e a risponderne». In ogni caso, «é fondamentale sapere che c'é questo tesoro che viene reso pubblico».
Pannella ha dato merito a Gianfranco Fini di essere «un presidente, il primo della storia, ad essere sensibile a questo tema» e ha ricordato il rifiuto di Nilde Iotti di ottemperae alla stessa richiesta, quando era presidente della Camera. «Aveva intuito tutto con la ragionevolezza di una donna di casa, di una massaia e dinanzi alle richieste dei radicali sull'assenza di controllo da parte del presidente su come venivano utilizzati i conti pubblici, aveva detto: “se li rendessi pubblici sarebbe imbarazzante per tutti i partiti”».
Tra i tanti dati disponibili i radicali citano l'esempio della società “Milano 90 srl'” del Gruppo Scarpellini che affitta i quattro immobili di Palazzo Marini alla Camera dei deputati. Consultando l'elenco online dei fornitori si evince che per il 2010 la locazione del Palazzo supera i 46 milioni di euro mentre, rileva il segretario di radicali italiani, Mario Staderini, «nel 2007 ammontava a 30 milioni».
E' proprio di oggi la pubblicazione di un rapporto di Cittadinanza attiva secondo il quale «nel nostro Paese, la mancanza di trasparenza si annida in tre casi su quattro negli uffici della Pubblica Amministrazione».
 
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