Onu/discriminazioni: Partito Radicale interviene al Consiglio per i Diritti Umani dell'Onu sui diritti delle minoranze linguistiche

Onu

Nell’ambito dei lavori del Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite, il Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito ha presentato oggi una dichiarazione relativa alla lotta a razzismo, discriminazione razziale, xenofobia e relativa intolleranza. La dichiarazione è stata letta a nome del partito da Kathy Polias, delegato per le Nazioni Unite del Congresso Mondiale Uiguro, che è intervenuto alla sessione del gruppo di lavoro intergovernativo per l’effettiva realizzazione della Dichiarazione e del Programma d’Azione di Durban.

Il PRNTT ha espresso profonda preoccupazione per il fatto che, nove anni dopo la Conferenza Mondiale di Durban, “un numero significativo di Stati continui ad operare una forma di discriminazione strutturale quale la negazione del diritto di minoranze e popoli indigeni di mantenere e usare le proprie lingue”. Oltre che nella Dichiarazione di Durban, tale diritto è solennemente stabilito in vari documenti internazionali, fra i quali la Dichiarazione delle Nazioni Unite sui Diritti di Persone Appartenenti a Minoranze Nazionali, Etniche, Religiose e Linguistiche, che afferma: “Gli Stati devono assumere misure appropriate affinché, ogni qual volta sia possibile, le persone appartenenti a minoranze possano avere adeguate opportunità di apprendere la loro madrelingua o di ricevere in tale lingua l’educazione di base.”

Il Partito Radicale si è detto particolarmente allarmato per alcuni esempi di discriminazione linguistica. In primo luogo, per il fatto che il governo cinese abbia adottato negli ultimi anni misure tali da minacciare la sopravvivenza del linguaggio del popolo uiguro, indigeno della Regione Autonoma Uigura dello Xinjiang. Nel 2002, Wang Lequan, ex segretario del Partito Comunista per la regione, dichiarò che la lingua uigura sarebbe anacronistica nel ventunesimo secolo. Nel 2004, il governo intensificò gli sforzi per cambiare dall’uiguro al cinese mandarino la lingua di insegnamento nell’intero sistema scolastico della regione. Le autorità pretendono che la politica linguistica stia rendendo il sistema scolastico “bilingue”, ma la tendenza è alla completa eliminazione della lingua uigura o alla sua relegazione a corsi specialistici. La politica educativa “bilingue” viola le stesse norme cinesi sulla protezione delle minoranze linguistiche e mina lo statuto di autonomia della regione degli uiguri. 

Il PRNTT ha espresso inoltre preoccupazione per il fatto che il governo iraniano non assicuri alla minoranza Baluchi accesso all’educazione nella sua lingua - poiché tutte le lezioni nelle scuole statali del Baluchistan iraniano risultano condotte in lingua persiana.

Per quanto riguarda il Vietnam, il partito “ritiene che tutte le promesse da parte delle autorità di consentire agli indigeni montagnards di parlare, studiare e pregare nella propria lingua non siano state mantenute, così negando la conservazione della millenaria cultura degli altipiani centrali del Paese”.
Infine, il partito “è preoccupato per la grave discriminazione linguistica contro i curdi di Siria”, poiché “la pubblicazione e la stampa di materiali in curdo e l’insegnamento di tale lingua in Siria sono proibiti e punibili con la detenzione”. 
Il PRNTT ha pertanto esortato il Gruppo di Lavoro Intergovernativo a “intraprendere ulteriori passi per far cessare la discriminazione linguistica, una forma di discriminazione strutturale che sfortunatamente è ancora in auge”.
Rebya Kadeer, leader uigura in esilio e membro del PRNTT, sarà a Roma sabato 23 ottobre per partecipare alla Marcia internazionale per la libertà e incontrare parlamentari e dirigenti del partito.

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