Mecacci: Rapporto su visita a detenuto Kazako per l'Assemblea Parlamentare dell'OSCE
In primo luogo, va osservato che il signor Zhovtis era in buone condizioni, considerando le circostanze in cui si trova. La colonia penale, situata nella periferia della città di Ust-Kamenogorsk, è un centro di detenzione di minima sicurezza, all'interno del quale il signor Zhovtis ha una relativa libertà di movimento ma, a differenza degli altri detenuti, non gli è consentito di uscire salvo nel caso in cui riceva un permesso speciale. Sono state sollevate preoccupazioni circa la correttezza del suo trattamento, visto gli sono assegnati lavori solo all'interno del centro di detenzione, mentre gli altri detenuti hanno il permesso di lavorare all’esterno in base a una sorta di programma di permesso di lavoro. Va osservato che l'Organizzazione che il signor Zhovtis guida ha un ufficio a Ust-Kamenogorsk ma non gli è consentito di lavorarvi. Ci siamo incontrati e abbiamo parlato per circa un'ora e mezza alla presenza di una guardia e di una donna, presumibilmente di un avvocato o un impiegato della colonia penale, che ha preso appunti circa la nostra discussione.
Nell'incontro con il Signor Zhovtis, la nostra conversazione si è concentrata principalmente sulle origini del processo, sul successivo procedimento giudiziario e sulla condanna che ha ricevuto lo scorso anno. Mi è dispiaciuto verificare una serie di violazioni processuali, compreso il fatto che le dichiarazioni e le testimonianze della madre della vittima dell’incidente stradale - che aveva perdonato il signor Zhovtis - non siano state prese in considerazione dal giudice, in chiara violazione della normativa kazaka e anche che un' analisi indipendente effettuata sulla dinamica del incidente d'auto da parte di esperti - che ha dimostrato che il signor Zhovtis non era in grado di evitare l'incidente d'auto - è stata respinta dai giudici.
Mi è stato anche detto dal Signor Zhovtis che egli considera il suo caso come una cartina di tornasole per le istituzioni kazake e per il futuro dello Stato di diritto e della democrazia nel suo paese. Essendo un avvocato e Professore di Diritto Costituzionale, il signor Zhovtis ha fatto una valutazione molto analitica ed equilibrata degli sviluppi costituzionali del Kazakhstan dopo la scomparsa dell'Unione Sovietica. Ha descritto con chiarezza il suo caso come il risultato di un sistema giudiziario che può facilmente negare il diritto a un processo equo in Kazakhstan.
Avendo personalmente studiato legge, ed essendo un politico, ritengo di poter dire che l'analisi presentata dal Signor Zhovtis era ben fondata e il risultato di studi e di una preparazione seria sul modo in cui dovrebbero funzionare lo Stato di diritto e le istituzioni democratiche. Le sue argomentazioni e le critiche costruttive relative sia al suo caso personale, sia allo stato generale delle istituzioni kazake, non sono motivate da una legittima agenda politica, ma dalla convinzione che senza il rispetto dello Stato di diritto, le istituzioni politiche e giudiziarie non riescono a realizzare il loro mandato e a rispettare gli obblighi internazionali che li obbligano, sia dal punto di vista giuridico che politico.
Chiaramente non gli è stata concessa la possibilità di difendersi in modo efficace, com’era suo diritto. Evgenij Zhovtis non contesta i dettagli dell’incidente d'auto che lo ha visto coinvolto e ha chiesto scusa alla famiglia della vittima del tragico incidente. Tuttavia, egli afferma chiaramente – sulla base di una tesi che è confermata anche dall'analisi effettuata da esperti indipendenti - che non vi è nulla che avrebbe potuto fare per evitare la collisione, non avendo violato alcuna norma del codice stradale.
Per questo, il signor Zhovtis è comprensibilmente riluttante ad ammettere qualsiasi responsabilità penale dolosa per quanto lo riguarda.
E' mia convinzione quindi che adesso spetti alle istituzioni kazake trovare con urgenza una conclusione giusta a questo caso. Il Signor Zhovtis è già stato per troppo tempo sottoposto a una sanzione che non merita.
Come tutti gli altri paesi che hanno avuto la presidenza dell'OSCE, il Governo kazako ha una speciale responsabilità politica nell’assicurare che l'impegno dell'OSCE nel campo della Dimensione Umana (democrazia, diritti umani, questioni umanitarie) sia rispettato nell'area dell'OSCE, e in particolare all'interno del suo territorio; questa vicenda solleva gravi interrogativi circa il rispetto del diritto individuale a un processo equo in Kazakhstan.
Come post-scriptum, devo purtroppo anche notare che un breve comunicato stampa che ho rilasciato subito dopo la mia visita, non è stato fatto pubblicare dalle autorità kazake sul sito web dell'OSCE, che gestisce nella sua qualità di Presidente dell'OSCE. Desidero ringraziare il Governo kazako per la disponibilità che ha dimostrato nel consentire e facilitare la mia visita, ma la decisione di bloccare la pubblicazione di un comunicato stampa su questa vicenda è motivo di grave preoccupazione per tutti, ed è contraria a quelle che, in base alle informazioni che mi sono state fornite, rappresentano le procedure normali che sono seguite all'interno dell’OSCE.
In primo luogo, va osservato che il signor Zhovtis era in buone condizioni, considerando le circostanze in cui si trova. La colonia penale, situata nella periferia della città di Ust-Kamenogorsk, è un centro di detenzione di minima sicurezza, all'interno del quale il signor Zhovtis ha una relativa libertà di movimento, ma a differenza degli altri detenuti, non gli è consentito di lasciare l'impianto, salvo nel caso in cui non riceva un permesso speciale. Sono state sollevate preoccupazioni circa la correttezza del suo trattamento, visto gli ha solo assegnati lavori all'interno del centro di detenzione, mentre gli altri detenuti hanno il permesso di lavorare fuori sulla base di una sorta di programma di permesso di lavoro. Va osservato che l'Organizzazione che il signor Zhovtis guida ha un ufficio a Ust-Kamenogorsk ma non gli è consentito di lavorarvi. Ci siamo incontrati e abbiamo parlato per circa un'ora e mezza alla presenza di una guardia e di una donna, presumibilmente di un avvocato o un impiegato della colonia penale, che ha preso appunti circa la nostra discussione.
Nell'incontro con il Signor Zhovtis, la nostra conversazione si è concentrata principalmente sulle origini del processo, sul successivo procedimento giudiziario e sulla condanna che ha ricevuto lo scorso anno. Mi è dispiaciuto verificare una serie di violazioni processuali, compreso il fatto che le dichiarazioni e le testimonianze della madre della vittima dell’incidente stradale, che aveva perdonato il signor Zhovtis, non sia stata presa in debita considerazione dal giudice, in chiara violazione della normativa kazaka, e anche che un' analisi indipendente da parte di esperti sulla dinamica del incidente d'auto- che ha dimostrato che il signor Zhovtis non era in grado di evitare l'incidente d'auto - è stata respinta dai giudici.
Mi è stato anche detto dal Signor Zhovtis che egli considera il suo caso come una cartina di tornasole per le istituzioni kazake, e per il futuro dello Stato di diritto e della democrazia nel suo paese. Essendo un avvocato e Professore di Diritto Costituzionale, il signor Zhovtis ha fatto una valutazione molto analitica ed equilibrata degli sviluppi costituzionali del Kazakhstan dopo la scomparsa dell'Unione Sovietica. Ha descritto con chiarezza il suo caso come il risultato di un sistema giudiziario che può facilmente negare il diritto a un processo equo in Kazakhstan.
Avendo personalmente studiato legge, ed essendo un politico, ritengo di poter dire che l'analisi presentata dal Signor Zhovtis era ben fondata, risultato di studi e di una preparazione seria sul modo in cui dovrebbero funzionano lo Stato di diritto e le istituzioni democratiche. Le sue argomentazioni e le critiche costruttive, sia del suo caso personale sia dello stato generale delle istituzioni kazake, non sono motivate da una legittimo agenda politica, ma dalla convinzione che senza il rispetto dello Stato di diritto le istituzioni politiche e giudiziarie, non riescono a realizzare il loro mandato e a rispettare gli obblighi internazionali, che legalmente o politicamente li obbligano.
Non gli è stata concessa la possibilità di difendersi in modo efficace. Evgenij Zhovtis non contesta i dettagli dell’incidente d'auto che lo ha visto coinvolto e ha chiesto scusa alla famiglia della vittima del tragico incidente. Tuttavia, egli afferma chiaramente - una tesi confermata dall'analisi effettuata da esperti indipendenti - che non vi è nulla che avrebbe potuto fare per evitare la collisione, non avendo in effetti violato alcuna norma del codice stradale.
Per questo, il signor Zhovtis è comprensibilmente riluttante ad ammettere qualsiasi responsabilità penale per quanto riguarda questo caso.
E' mia convinzione quindi che adesso spetti alle istituzioni kazake trovare con urgenza una conclusione giusta a questo caso. Il Signor Zhovtis è già stato per troppo tempo sottoposto a una sanzione che non merita.
Come tutti gli altri paesi che hanno avuto la presidenza dell'OSCE, il Governo kazako ha una speciale responsabilità politica di assicurare che l'impegno dell'OSCE nel campo della Dimensione Umana (democrazia, diritti umani, questioni umanitarie) sia rispettato nell'area dell'OSCE, e in particolare all'interno del suo territorio; questo caso solleva gravi interrogativi circa il rispetto del diritto individuale a un processo equo in Kazakhstan.
Come post-scriptum, devo purtroppo anche notare che un breve comunicato stampa che ho rilasciato subito dopo la mia visita, non è stato fatto pubblicare dalle autorità kazake sul sito web dell'OSCE, nella sua qualità di Presidente dell'OSCE. Esprimo soddisfazione e ringrazio il Governo kazako per la disponibilità che ha dimostrato nel consentire e facilitare la mia visita, ma la decisione di bloccare la pubblicazione di un comunicato stampa su questa vicenda è motivo di grave preoccupazione per tutti, e va contro quelle che, in base alle informazioni che mi sono state fornite, sono le procedure standard all'interno della OSCE.
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