Manovra, Pannella e De Lucia: se questa crisi è "un tornante della storia", affrontarla così vuol dire sbandare e finire in fondo a un dirupo

 

POCHE MISURE STRUTTURALI, MOLTI INTERVENTI DI EMERGENZA: SE NEL 2000 LA PARTITOCRAZIA (BERLUSCONI E D’ALEMA, CON COFFERATI AL SEGUITO, E VICEVERSA) NON AVESSERO SABOTATO I REFERENDUM RADICALI, OGGI IL PAESE SAREBBE IN UNA SITUAZIONE DIVERSA
 
·         Dichiarazione di Marco Pannella e Michele De Lucia (Tesoriere di Radicali italiani)
 
Se, come dice il ministro Tremonti, questa crisi è “un tornante della storia”, affrontarla con le misure che sono state presentate significa avere la certezza di sbandare e finire in fondo a un dirupo.
 
Il governo, infatti (non che i sindacati abbiano contribuito a fare di meglio, vetando tutto il vetabile), continua a muoversi in una logica puramente emergenziale: una pezza di qua, una toppa di là, e pochissimi interventi strutturali. Ad esempio, il governo pare non essersi accorto che la “gobba” pensionistica, prevista per il 2035, è già arrivata.
 
Da anni lanciamo l’allarme (e proponiamo soluzioni di governo) sul debito pubblico, sulle pensioni che non tengono, sul welfare che non c’è. Le riforme strutturali si potevano fare già nel 2000, con i referendum radicali, ma la Corte costituzionale prima e la partitocrazia poi (Berlusconi e D’Alema, con Cofferati al seguito, e viceversa) sabotarono quelle riforme, facendo saltare prima molti tra i quesiti più significativi e poi il quorum. Quelle stesse riforme si potrebbero e si dovrebbero ancora fare: i quesiti referendari sono stati tutti tradotti in altrettante proposte di legge depositate in parlamento dai radicali, ed altri progetti di riforma sono stati nel frattempo presentati, e sono pronti per essere calendarizzati e discussi.
 
Se non si inverte subito la rotta, milioni di italiani, “grazie” alla partitocrazia e alla sindacatocrazia, passeranno in pochissimo tempo dalla povertà alla miseria.

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