H1n1. Viale: irresponsabile disinformazione rischia di alimentare panico quando il virus arriverà davvero. Dati veri e non stime di fantasia.

“Perché si continua a dare una stima di 200.000 - 300.000 contagi, mettendo nel calderone qualsiasi forma da raffreddamento stagionale, e non si danno i dati sui tamponi positivi o negativi per H1N1 effettuati nell’ambito del sistema di rilevazione? Quale è la mortalità in Campania sui casi effettivamente accertati? Quale è quella italiana attuale e quale è quella mondiale?”

 

A chiederlo pubblicamente al Ministero, all’ISS e all’AIFA è Silvio Viale, il ginecologo del’Ospedale S.Anna di Torino ed esponente radicale, che manifesta la propria preoccupazione per come il ministero “abbia scelto una strategia di estrema banalizzazione dopo avere annunciato la più grande campagna di vaccinazione dal dopoguerra della quale sembra auspicare il fallimento”.

 

Silvio Viale ha diffuso la seguente nota:

“Si potranno evitare allarmismi esagerati e sottovalutazioni, come disse il ministro Salomone-Sacconi a inizio settembre, solo con un’informazione corretta e non reticente. Ad oggi in Italia la mortalità è di 1 su 249 casi risultati positivi, cioè lo 0,4%. Probabilmente, se il numeratore di 12 casi è reale, il denominare deve essere incrementato, ma non  è possibile che il ministro continui a non dire quanti siano stati i casi positivi e negativi al tampone. Oltre a fare paginoni su ogni singolo decesso mi aspetterei che i giornalisti incalzino il ministero per avere dati aggiornati e non stime di fantasia.

Intanto mi permetto di tradurre alcuni passi della nota 14 del Gruppo Strategico di Esperti dell’OMS (SAGE) diramato il 30 ottobre:

“ … Globalmente, i ragazzi e i giovani adulti continuano a rappresentare la maggioranza dei casi, con tassi di ospedalizzazione più alti nei bambini. Tra l’1% e il 10% di tutti i pazienti con l’infezione clinica necessitano di ospedalizzazione. Dei pazienti ospedalizzati, dal 10% al 25% richiedono un’unità di terapia intensiva e dal 2% al 9% hanno un esito fatale.

Complessivamente, dal 7% al 19% dei pazienti ospedalizzati sono donne incinta al loro secondo o terzo trimestre di gravidanza. Le donne in gravidanza hanno una probabilità dieci volte maggiore di finire in terapia intensiva. Per quanto riguarda il vaccino il gruppo strategico di esperti dell’OMS (SAGE) nota come gli studi su animali con vaccini adiuvati e non adiuvati non abbiano trovato alcuna evidenza di effetti dannosi diretti o indiretti sulla fertilità, sulla gravidanza, sullo sviluppo dell’embrione o del feto, sulla nascita o sullo sviluppo post-natale. Basandosi su questi dati e sul sostanziale alto rischio di un esito severo il SAGE raccomanda che qualsiasi vaccino autorizzato possa essere usato in gravidanza, verificato che non siano state identificate specifiche controindicazioni dalle autorità regolatorie.”

Non ho motivo di dubitare che il ministero non stia predisponendo tutte le misure necessarie, ma un atteggiamento schizofrenico tra il tenore delle circolari e la rassicurante banalizzazione delle dichiarazioni ostentate rischia di minare la convinzione con cui gli operatori sono chiamati ad attuarle. E’ vero che rischio può essere la percezione a posteriori di tanto rumore per nulla, ma sarebbe imperdonabile la percezione del rischio opposto dopo avere impegnato tanti soldi e così tante risorse. Che le precauzioni esagerate debbano valere solo per i calciatori e gli atleti delle Olimpiadi?”

 

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