Giorgio Pagano: L’italiano fuori dai Brevetti? Il Governo si mobiliti subito contro l’oligopolio!

 

Roma, 5 luglio '10 - Dichiarazione del Segretario dell’associazione radicale “Esperanto”.

Apprendiamo dalla stampa che il Commissario Barnier ri-propone di tagliare fuori l’italiano e lo spagnolo dalle lingue del Brevetto europeo.

Nel dicembre scorso si era giunti ad un accordo politico, e Ronchi se ne era fatto valido artefice, affinché le lingue del sistema comunitario dei brevetti comprendesse l’italiano.
Ora  Barnier torna ad imporre un trilinguismo al neonato sistema comunitario dei brevetti, adducendo ragioni di pragmatismo e di risparmio dei costi di traduzione.
Si tratta però di un’analisi dei costi a senso unico! Infatti, se è vero che per il brevetto comunitario a livello aggregato si spenderà di meno in traduzione, in compenso vi è un effetto discriminatorio di ripartizione degli oneri a sfavore delle imprese che non hanno come lingua ufficiale l’inglese, il francese o il tedesco.

In ultima analisi, questo si traduce in una diminuzione di competitività aziendale delle imprese italiane rispetto a quelle tedesche, francesi e inglesi.

Non solo! Accettare la proposta Barnier significa accettare un nuovo colpo all’italiano come lingua d’elaborazione e trasmissione del sapere tecnico-scientifico.

Se non si vogliono permettere monopoli, salvare la propria lingua dalla colonizzazione inglese, risparmiare guadagnandoci tutti, c’è solo la via dell’innovazione linguistica democratica. L’Esperanto come lingua di riferimento giuridico: ciascuno presenterà nella propria lingua-madre il brevetto, accompagnato dall’Esperanto come lingua di riferimento tecnico-giuridico.
 

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