Economia, De Lucia e Beltrandi: il governo Berlusconi aggrava il peso del debito pubblico sulle generazioni future. Da Franceschini un copia-incolla tardivo delle proposte radicali

·       Dichiarazione di Michele De Lucia, tesoriere di Radicali italiani, e Marco Beltrandi, deputato radicale
 
I dati Istat diffusi oggi parlano chiaro: il governo Berlusconi prosegue in una condotta dissennata, che prima ha ridotto l’avanzo primario (con conseguente risalita del debito pubblico, già negli anni del secondo governo Berlusconi, come allora giustamente denunciato da Prodi), finendo oggi per avere – complice la crisi internazionale in corso –un segno negativo, per la prima volta dal 1991.
 
Avere un avanzo primario di segno negativo significa aggravare il debito pubblico, ovvero quella enorme spada di Damocle che la partitocrazia ha prodotto e posto sul capo di tutti i cittadini italiani, neonati compresi. La verità è che nessuno ha voluto (e, nel caso del governo Prodi della XV legislatura, potuto, a causa della risicatissima maggioranza parlamentare) prendere il toro per le corna e predisporre quelle riforme liberali e strutturali che sole – a partire dalla lotta alle corporazioni, dalla tutela della concorrenza, dalle leggi antitrust, dalle pensioni e dal welfare – potrebbero impedire il declino del nostro Paese nel campo economico, che è assolutamente speculare a quello al quale assistiamo sul piano delle libertà individuali.
 
In tutto questo, anche la presa di posizione di Franceschini di oggi può al massimo far sorridere (amaro): è un copia-incolla di tutte le proposte di riforma presentate dai parlamentari radicali nelle ultime due legislature, e che Franceschini per primo ha ignorato quando non osteggiato. 

 

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