Comitato Radicalmente Nonni: a 50 anni dalla Dichiarazione universale dei diritti del fanciullo, a 30 dall’anno internazionale del fanciullo, a 20 dalla Convenzione ONU sui diritti dei fanciulli, è sempre l’anno di Erode nel mondo

Mentre i Governi nazionali e regionali celebrano enfaticamente i vari anniversari dei diritti dei fanciulli stabiliti a livello internazionale, diritti sulla carta e “di carta”, la FAO informa che un bambino muore di fame ogni 6 secondi. Dunque ogni anno è l’anno di Erode, come affermò il Partito radicale, nel lanciare la lotta contro lo sterminio per fame nel mondo, quando il 1979 fu proclamato “anno internazionale del fanciullo”. Dilaga la povertà e l’Italia, tra i Paesi industrializzati è addirittura ultima per investimenti nei sistemi di protezione sociale.

Il Portavoce di “Radicalmente Nonni” Lucio Bertè ha dichiarato : “Per vedere l’Italia in testa ad una classifica dovremmo valutare l’ipocrisia delle sue Istituzioni. A  parole sono tutti d’accordo che i diritti dei bambini vanno assicurati comunque. Il loro primo diritto, sancito dalle Convenzioni internazionali e dalle leggi nazionali e regionali, è quello – “salvo circostanze eccezionali” - di stare nella propria famiglia, dunque andrebbero aiutati gli adulti che sono la famiglia dei bambini. La povertà è la principale causa per cui, in alcuni Paesi, dei genitori accettano di dare in adozione un figlio, come male minore. La legge italiana dice che un bambino non può essere allontanato dalla sua famiglia “per povertà”, ma è la povertà all’origine dei problemi famigliari che finiscono per determinare l’allontanamento forzato dei bambini dalle famiglie in cui sono nati, con decreti elargiti dai Trbunali per i minorenni su indicazione dei Servizi sociali, come unico aiuto concreto. Sono provvedimenti concepiti soprattutto per “punire” le famiglie di fatto e i “genitori di fatto” ai quali, in caso di separazione è negato il diritto al Tribunale civile e ad una civile soluzione dei rapporti con i figli. Alla fine, i diritti proclamati nei confronti di ogni bambino sono negati a priori in Italia ai “bambini di fatto” che, a fronte dei pochi abbandono veri e propri,  vanno a soddisfare la fame di “rette” incamerate dall’industria assistenziale e pagate a piè di lista dai Comuni. Nonostante le proclamazioni ufficiali, i Comuni non esercitano alcun controllo sui propri Servizi sociali, affinchè diano attuazione alle scelte di politica sociale a tutela dei diritti dei bambini e delle loro famiglie. La stessa ipocrisia domina la politica nazionale e quella di molte Regioni italiane.
         Esemplare l’incapacità del Parlamento di varare la legge istitutiva del Garante nazionale dei diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, figura che le Convenzioni, celebrate ufficialmente, vorrebbero indipendente e con poteri di controllo e di iniziativa autonoma, mentre il Governo, dopo aver strombazzato con cadenza semestrale la sua istituzione, ha proposto una figura scialba e “dipendente” che prenderà un sacco di soldi per garantire solo gli interessi consolidati sulla pelle dei bambini. La stessa legge-truffa è stata approvata in Regione Lombardia otto mesi fa, ma tutti sapevano che il Garante non sarebbe stato nominato fino alla prossima legislatura, per assicurare un posto in più per la spartizione partitocratica. A 20 anni dalla Convenzione ONU, solo in 3 Regioni c’è un Garante che funziona.
Il Comitato Radicalmente Nonni, in vista della ripresa dell’esame della Legge per il Garante, proporrà a tutti i Gruppi parlamentari un OdG, frutto di 9 anni di esperienza sul campo e in linea con quanto richiesto dalle Convenzioni dell’ONU e del Consiglio d’Europa.”
 

 

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