“Il nuovo codice dell’Ordinamento militare è entrato in vigore solo lo scorso 9 ottobre e noi ne abbiamo denunciato fin da subito gli aspetti negativi e repreressivi verso i diritti dei militari ma ogni giorno che passa ci è sempre più evidente il pastrocchio che sono riusciti a scrivere quelli del ministero della difesa e che riversa i suoi effetti negativi anche in altri settori o competenze dello Stato.
Dopo aver denunciato l’abrogazione del decreto legislativo 14 febbraio 1948, n. 43 (Divieto delle associazioni di carattere militare), fatta con l’evidente scopo di salvare alcuni esponenti politici della maggioranza da un processo che li vedeva imputati, oggi apprendiamo con preoccupazione che anche la normativa riferita alle bonifiche dei campi minati e degli ordigni bellici (decreto legislativo luogotenenziale 12 aprile 1946, n. 320) è stata abrogata dall’articolo 2268, n. 258.
Ci sembra solo il caso di ricordare che in Italia l’attività di bonifica degli ordigni bellici ha permesso solo nel triennio 2007/2009 di rinvenire sull’intero territorio nazionale ben 235830 ordigni e 534 bombe d’aereo.
Adesso che la norma è stata abrogata di chi sono le competenze su questa materia ? Chi è il soggetto istituzionale che deve eseguire le verifiche nei cantieri di lavoro ed effettuare gli interventi di bonifica degli ordigni bellici al fine di garantire l’incolumità dei lavoratori, la salute e la sicurezza pubblica?”
Dichiarazione del deputato radicale Maurizio Turco, cofondatore del partito per la tutela dei diritti di militari e forze di polizia (Pdm), e Luca Marco Comellini, segretario del Pdm
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