Cie sotto la lente dei Radicali

 

Da Calabria Ora del 7 dicembre 2009 pag.7
 
Matteo Mecacci, deputato radicale eletto nelle liste del Partito democratico e membro della Commissione Esteri, ha fatto visita ieri assieme al deputato del Pd Doris Lo Moro, al vice dirigente del commissariato di Polizia della città della Piana Saverio Mercurio, al capo di Gabinetto del Prefetto di Catanzaro Costanza Pino e a Marco Marchese e Riccardo Cristiano, rispettivamente presidente e tesoriere dell’associazione Calabria Radicale, al centro Cie di Lamezia Terme. Una visita, come spiegato da Mecacci «che si inserisce nel quadro di una più ampia iniziativa nazionale che i Radicali assieme a circa 30 deputati dell’opposizione, hanno intrapreso prima con “Ferragosto in carcere” e poi con visite all’interno dei centri per immigrati». Motivo della mobilitazione italiana, verificare lo stato di salute di queste strutture dove esiste tutt’ora il problema del sovraffollamento con enormi ricadute dal punto di vista della sicurezza e della convivenza civile degli ospiti. Realtà particolari, quelle dell’immigrazione clandestina in questo caso, che in qualche modo, sempre secondo Mecacci e Doris Lo Moro, evidenziano il «fallimento dell’attuale governo che avrebbe prolungato contro la volontà dell’opposizione, i tempi di permanenza degli immigrati irregolari nei centri Cie da 60 giorni a sei mesi» producendo così, una maggiore conflittualità e maggiori problematiche non solo per gli stranieri, ma anche per gli operatori che si trovano spesso ad operare in condizioni poco agevoli per via dei non previsti contributi per far fronte ai costi dei servizi. È stato questo, infatti, l’altro punto dolente che gli esponenti politici presenti hanno evidenziato e che porteranno ora all’attenzione delle parti competenti. «La mia conclusione – ha rimarcato Doris Lo Moro - è che il governo centrale è molto condizionato da un atteggiamento preconcetto che nasce tutto dalla Lega, ma quando bisogna essere operativi sui territori in maniera concreta, non ci riesce perché mette in piano meccanismi difficilmente controllabili sia sul piano operativo che economico». Urge dunque, una maggiore riflessione sul problema e soprattutto, un «diverso tipo di politica sull’immigrazione » poiché molti degli stranieri nel nostro Paese si trovano relegati per mesi nei Cei non per reati commessi bensì per la mancanza di rinnovo o rilascio dei permessi di soggiorno. E nel Cei di Lamezia Terme, gli ospiti sono ben 55 con tutte le difficoltà che questo gran numero comporta agli operatori e alla cooperativa che gestisce il centro. Dalle dichiarazioni del presidente dell’associazione Radicali Calabria Marco Marchese, infatti, pare che la «cooperativa non riceve compensi per il lavoro svolto dallo scorso mese di aprile e molti dipendenti non vengono pagati da oltre sei mesi non ricadute negative su quella che la qualità dei servizi e della manutenzione». «Il centro ha tanti problemi – ha rimarcato Marchesi - abbiamo visto una situazione che nel suo complesso non è al limite della vivibilità ma non si può certo dire che goda di buona salute. C’è il sovraffollamento di alcune camere e carenza nei servizi. Insufficiente a nostro parere è poi anche il servizio di assistenza sanitaria in loco poiché per queste persone che non possono uscire dal centro, l’assistenza sanitaria non è garantita h24 come dovrebbe essere, bensì fornita sul posto e con un medico e una infermiera che riescono a coprire solo due turni di 4 ore».

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