CCSVI, Poretti: cosa si aspetta a riconoscere la patologia e la terapia anche in Italia?

CCSVI
Recentemente, il prof. Paolo Zamboni, cardiochirurgo dell'Università di Ferrara, ha identificato una ricorrente variazione cronica delle vene giugulari, all'origine di eziogenesi patologiche, denominata CCSVI (Chronic Cerebro Spinal Venous Insufficiency - Insufficienza venosa cronica cerebro spinale. La stessa è una malattia vascolare che consiste in stenosi mal formative di varia foggia che colpiscono le vene giugulari interne e altre vene cerebrali, determinando il mancato deflusso del sangue venoso con accumuli di materiali anche nocivi per il sistema nervoso centrale. Mentre si sta studiando e sperimentando se esiste una connessione tra la CCSVI e la sclerosi multipla, la CCSVI è stata già riconosciuta internazionalmente come patologia e ne sono state accettate sia la diagnosi che la terapia come definite dal prof. Zamboni, tanto da essere inserite nella Consensus Conference mondiale dei chirurghi vascolari presieduta dal prof. B.B. Lee, Georgetown University, Washington, e votata da 47 Paesi all'unanimità lo scorso settembre a Monaco. La terapia riconosciuta internazionalmente è l'angioplastica dilatativa, una procedura consolidata da 25 anni di pratica, mininvasiva, con rischi bassissimi secondo tutta la letteratura esistente.
Nel nostro Paese, non risulta ancora riconosciuta ne' la malattia e ne' la terapia, per queste ragioni, con il collega Marco Perduca, abbiamo rivolto un'interrogazione al Ministro della Salute, per sapere:
- perchè ancora in Italia non sia identificata e non sia possibile curare la CCSVI quale patologia riconosciuta, all'interno di un percorso strutturato e dei protocolli terapeutici accettati a livello internazionale dalla comunità scientifica sulle malattie vascolari;
- se il ministro non intenda inserire nei LEA la diagnosi e il trattamento terapeutico di tale patologia.

Intervento della senatrice Donatella Poretti, parlamentare Radicale

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