- Dichiarazione di Sergio Stanzani, presidente del Partito Radicale Nonviolento, transnazionale e transpartito:
“Esattamente nove anni fa, il 16 ottobre 2000, veniva ritrovato nel Caucaso, a poca distanza dal confine ceceno, il corpo senza vita di Antonio Russo, giornalista e inviato di Radio Radicale. Era stato torturato e barbaramente trucidato. L’ampia documentazione giornalistica e fotografica che aveva raccolto non fu mai più ritrovata. Stava indagando con coraggio sui soprusi, le violenze, gli omicidi e i crimini che le truppe di occupazione russe perpetravano ogni giorno in Cecenia ai danni della popolazione civile, senza risparmiare neppure le donne e i bambini.
“Antonio Russo costituirà per sempre un ricordo indimenticabile nel cuore di tutti i radicali. Ricordo di un giornalista appassionato, coraggioso, ricco di umanità e privo di calcolo o tornaconto personale. Antonio ha pagato con la vita la sua passione professionale e il suo impegno civile e politico, come purtroppo è accaduto in questi anni a oltre 50 giornalisti, nella Russia post-sovietica.
“Altrettanto è accaduto a Mosca in precedenza a un altro militante del Partito Radicale Nonviolento, Andrea Tamburi, e in seguito alla coraggiosa giornalista russa Anna Politkovskaja e a molti altri. Antonio è morto per amore della verità. La sua tragica fine ci dice che dobbiamo raddoppiare gli sforzi per impedire che un nuovo tipo di totalitarismo, dopo quella zarista e quello sovietico, torni a imporsi in Russia, minacciando l’Europa e il mondo intero.
“Il Partito Radicale Nonviolento, transnazionale e transpartito, ricorda con dolore Antonio Russo e continua la sua lotta per fermare “l’amico Putin”, prima che sia troppo tardi”.
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