Carceri/Giustizia: Governo, bene le decisioni di oggi. Per i Radicali sono la prima tappa del Satyagraha… che prosegue

 

  • Dichiarazione di Rita Bernardini, membro Radicali/PD della Commissione Giustizia e di Giuseppe Rossodivita, Segretario del Comitato Radicale per la Giustizia Piero Calamandrei
 
Le decisioni prese oggi in Consiglio dei Ministri sulle carceri costituiscono il primo successo del Satyagraha radicale su questo fronte.
 
Stando al comunicato stampa che leggiamo sul sito www.governo.it, il Governo ha deciso non di costruire nuove carceri, ma di ampliare quelle esistenti utilizzando i fondi già previsti in finanziaria; ha deciso di incrementare -seppure parzialmente- l’organico degli agenti di polizia penitenziaria e – cosa veramente importante – di invertire la rotta fin qui seguita prevedendo la possibilità di scontare l’ultimo anno di detenzione presso il proprio domicilio e, per i reati sotto i tre anni, la possibilità di sospendere il processo e impiego alternativo al carcere in lavoro di pubblica utilità. Abbiamo scritto “stando al comunicato stampa” del Governo: ora si tratta di vedere quando e come questi obiettivi saranno confermati nei fatti e nei tempi. A ciò vigileremo e dovremo mobilitare il massimo di controllo, di collaborazione, di lotta dell’intera comunità penitenziaria, se si rivelasse necessaria.
 
Su queste misure – a parte i “pieni poteri” conferiti al Capo del DAP Franco Ionta sui quali non siamo d’accordo - non possiamo che plaudire all’azione del Ministro della Giustizia Angelino Alfano e al Governo Berlusconi che ha votato la sua proposta.
 
Restano in piedi, come obiettivi da perseguire subito, i 12 punti della mozione radicale approvati ieri dall’aula di Montecitorio e, per noi radicali, quelli sui quali dobbiamo convincere ancora, con un’operazione di verità, tutta la classe politica italiana di maggioranza e d’opposizione: 1) l’amnistia “legale” contro quella ignobile e di classe che si fa quotidianamente con i processi penali che cadono in prescrizione (200.000 all’anno su una mole di 5 milioni e mezzo di processi penali pendenti) e 2) la Riforma della Giustizia, sulla quale il Parlamento si è già impegnato un anno fa approvando la nostra Risoluzione “per una riforma strutturale e organica del sistema” che preveda la riforma dei criteri concernenti l’obbligatorietà dell’azione penale, la separazione delle carriere, la responsabilità civile, gli incarichi extragiudiziari e il collocamento fuori ruolo dei magistrati, la revisione dei criteri di elezione del CSM, la modernizzazione tecnologica degli uffici giudiziari e l'adeguamento degli organici del personale anche amministrativo. 3) la radicale modifica dell'articolo 41-bis della legge n. 394 del 1975, sull'ordinamento penitenziario perché per combattere la mafia lo Stato non può usare gli stessi metodi di tortura e di disumanità della criminalità organizzata.
 
Insomma, la lotta nonviolenta prosegue, alla ricerca e per l’affermazione della e delle verità, diradando la coltre lugubre di ingiustizia e di sofferenza attuale provocata dallo Stato quando non rispetta legalità e moralità umana e civile.

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