Questa volta non sono d'accordo con i miei amici di Antigone (che non finirò mai di ringraziare per il prezioso rapporto annuale sulla detenzione in Italia) sulla stroncatura della nomina a Garante dei detenuti di Roma del Dott. Vincenzo Lo Cascio che -precisiamolo- nell'accettare l'incarico, dichiara di abbandonare il Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria di cui fa parte. Mi spiego. Da tempo il dott. Lo Cascio si occupa per il DAP di reinserimento lavorativo dei detenuti e conosce alla perfezione la macchina burocratica che per il Ministero della Giustizia si occupa del trattamento dei detenuti.
Da quel che so ha lavorato bene, per quanto sia possibile farlo in una situazione generale di collasso del sistema penitenziario e facendo parte di una struttura, il DAP, che dovrebbe essere profondamente riformata per la sua elefantiasi dovuta soprattutto alle centinaia di agenti ivi distaccati mentre nelle carceri il corpo è in grave carenza di organico e allo stremo delle forze fisiche e psicologiche. Vediamolo alla prova e poi giudichiamolo. Del resto penso che, proprio per le modalità della scelta che ha portato al suo nome e per la del tutto relativa "anomalia" che rappresenta, il dott. Lo Cascio sarà osservato sicuramente con attenzione grande per non dire pregiudiziale. Aggiungo che se oggi le agenzie avessero battuto la notizia che il Presidente di Antigone Patrizio Gonnella fosse stato nominato "garante" dei detenuti, io avrei applaudito, nonostante Gonnella sia stato per diversi anni Direttore di Carcere.
Anzi, mi auguro che al più presto si istituisca il Garante delle persone private della libertà a livello Nazionale - fatto peraltro necessario considerata la normativa europea - nel qual caso non avrei nulla in contrario che a ricoprire questo incarico fosse proprio Patrizio Gonnella. Al Sindaco di Roma Gianni Alemanno mi permetto di suggerire - come stanno facendo decine di sindaci in tutta Italia - di sostenere la proposta di legge radicale per estendere il sindacato ispettivo anche ai sindaci delle città ove insistono gli istituti penitenziari. E' fondamentale infatti che i sindaci, sui quali ricade a livello territoriale il problema del reinserimento sociale dei detenuti, abbiano la possibilità di visitare il carcere in ogni suo angolo, come oggi possono fare i parlamentari e i consiglieri regionali.
Dichiarazione di Rita Bernardini, deputata Radicale in Commissione giustizia
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