- Dichiarazione di Rita Bernardini, deputata Radicale-Pd, membro della Commissione Giustizia, e Giulio Petrilli, responsabile Diritti civili e umani PD L’Aquila
L’istituzione della figura del garante dei detenuti in Abruzzo non è più rinviabile, pertanto facciamo un appello a tutte le forze politiche presenti in consiglio regionale affinché si impegnino a presentare ed approvare una legge regionale che istituisca questa figura.
Quasi tutte le regioni ed i più grandi comuni in Italia hanno il garante dei detenuti e invece notiamo che in Abruzzo questa figura non esiste sia in regione che nei comuni dove le carceri sono ubicate: l’Aquila, Pescara, Teramo, Chieti, Lanciano, Vasto,Sulmona, Avezzano.
Quella del garante è una figura sconosciuta e assente nella regione Abruzzo, nonostante il problema e le complessità delle carceri siano enormi.
Tanti problemi sono emersi i questi ultimi anni nelle carceri abruzzesi :dal sovraffollamento alla mancanza di assistenza sanitaria che ha prodotto vari decessi e poi i tanti, troppi suicidi, termometro tragico di una invivibilità totale
Per capire un attimo cosa rappresentano le carceri in Abruzzo va citato che a Sulmona c’è la più grande casa lavoro d’Italia, c’è il carcere penale con il maggior numero di ergastolani con sentenza definitiva: oltre 70.
Il carcere de l’Aquila con il maggior numero di detenuti in regime di 41 bis, oltre 150.
Il carcere di Teramo che ha una capienza di 200 detenuti, attualmente ne ospita quasi 500, quindi un sovraffollamento unico.
Che a Sulmona e Teramo ci sono 350 detenuti con forte disagio psichico.
Che al carcere di Sulmona negli ultimi anni c’è stato un numero di suicidi altissimo, il più alto tra le carceri italiane.
Il carcere giudiziario di Pescara, è il carcere con un numero enorme di detenuti in attesa di giudizio, quindi in carcerazione preventiva.
Potremmo andare avanti, ma solo i dati sopracitati evidenziano una situazione estremamente difficile e drammatica.
Alla luce di questa realtà, è indispensabile istituire la figura del garante delle carceri regionale ed è un primo passo di attenzione da parte delle istituzioni verso questo mondo.
Il garante serve a creare un ponte tra i due mondi: quello della libertà e quello della reclusione, a far rispettare i diritti anche per coloro, i quali sono privati della libertà personale.
Serve a creare una sinergia tra la regione e le problematiche dei penitenziari come per esempio quella importante della sanità, in quanto le asl sono competenti della sanità penitenziaria, poi anche sulla sfera del lavoro la regione può intervenire istituendo e finanziando i corsi di formazione professionale come anticamera di un inserimento da parte dei detenuti nel mondo del lavoro.
Il garante ha anche il compito di creare un osservatorio permanente sulla vivibilità nelle carceri e verificare se si verificano dei soprusi.
© 2010 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati