- Dichiarazione di Maurizio Bolognetti, segretario Radicali Lucani e Consigliere Associazione Coscioni
In una missiva datata 14 ottobre, Fenice comunica agli enti interessati di aver avviato la costruzione “di un nuovo sistema di emungimento a monte dell’attuale barriera idraulica in funzione ai confini del sito.” La protezione dovrebbe entrare in funzione nel giro di un mese.
La stessa Fenice, nella sopra citata comunicazione, scrive: “Nello stesso lasso di tempo saranno realizzati anche pozzi di emungimento dell’ acqua sotterranea con la funzione di intercettare in prossimità delle sorgenti la contaminazione da solventi organo clorurati.”
Insomma, dopo 21 mesi, ci sembra di aver capito che siamo ancora nella fase di messa in sicurezza e che i problemi che hanno determinato la presenza nella falda acquifera del fiume Ofanto di alifati clorurati cancerogeni non sono stati ancora risolti.
Fenice, bontà loro, si accinge a costruire una nuova barriera idraulica di emungimento, e questo è di sicuro un fatto positivo, ma preoccupa, e non poco, il constatare che si è ancora nella fase della ricerca delle cause. Lucciconi e Grassia stanno ancora provando ad individuare da dove provenga la perdita verificatasi in un inceneritore, che sembra essere un colabrodo. Chissà se l’intervento di un rabdomante non possa essere di un qualche aiuto alle faticose ricerche che si trascinano da mesi. Gioverà ricordare che il Procuratore Arminio ha sostenuto di non aver fermato il forno rotante, usato per i rifiuti industriali, per “senso di responsabilità”. Noi torniamo ad auspicare che analogo senso di responsabilità illumini l’agire di coloro che devono governare una situazione che era e resta preoccupante. Ancora una volta torniamo a chiedere alla Procura della Repubblica di Melfi:“Che fine ha fatto il procedimento 527/2009? A che punto sono le indagini che ormai si trascinano da mesi? La Procura ha ascoltato i dirigenti dell’Arpab ed in particolare il dr. Bruno Bove?”
Intanto, attorno ai monitoraggi continua il silenzio omertoso e la totale assenza di trasparenza. Per usare le parole di Sua Eminenza Vincenzo Sigillito I occorrerebbe: “promuovere forme di partecipazione più trasparenti e sinergiche con le realtà locali in un’ottica di governance territoriale.”
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