Bioetica, fecondazione assistita. Farina Coscioni: storica sentenza della Corte di Strasburgo. La legislazione austriaca, che prevede il divieto assoluto di fecondazione eterologa non è compatibile con la Convenzione europea dei diritti dell’uomo

Dichiarazione di Maria Antonietta Farina Coscioni, deputata radicale e co-presidente dell’associazione Luca Coscioni

 
Con una storica sentenza, la Corte Europea di Strasburgo dichiara incompatibile con la Convenzione dei diritti dell’uomo il divieto assoluto di fecondazione eterologa in vitro. La “Nuova Santa Alleanza” che unisce Vienna a Roma, benedetta dal Vaticano, esce dunque, sconfitta. La Corte di Strasburgo, infatti, riconosce che l’impossibilità totale di ricorrere alla fecondazione eterologa infrange il diritto alla vita familiare e il divieto di discriminazione.
La legge austriaca in materia è del tutto simile a quella che si è voluto imporre anche all’Italia da una maggioranza parlamentare sanfedista e oscurantista. La sentenza di Strasburgo non può non avere, dunque, effetti anche da noi.
La Corte europea riconosce che gli Stati hanno sì un margine di discrezionalità in questa materia  ma, nell’adozione della normativa interna, sono tenuti a rispettare la Convenzione  europea come interpretata da Strasburgo. I singoli stati non hanno l’obbligo di adottare una legislazione che permetta la fecondazione assistita, ma una volta che questa è consentita  devono essere vietati trattamenti discriminatori. Significa che le persone che si  trovano in una stessa situazione di infertilità non possono essere trattate diversamente solo in ragione della
diversa tecnica  di fecondazione utilizzata. Il divieto della fecondazione eterologa non si giustifica se è ammessa quella omologa. 
L’Italia, che con la sua legislazione, le sue normative, oggi come in passato, sta esportando la sua “peste” in Europa, per una volta sarà costretta ad accogliere la ventata laica che viene dall’Europa. Mettiamo in conto azioni e atteggiamenti ostruzionistici dei vari Sacconi, Roccella, Quagliariello, Gasparri, sempre proni ai diktat d’oltretevere. Confidiamo che anche nello schieramento del centro-destra si sapranno levare e mobilitare voci laiche e rispettose dei diritti di tutti, e che si uniranno a quanti come me, come i radicali lottano per una maternità (davvero), libera, desiderata e responsabile.
Questo è il banco di prova: davvero hic Rhodus, hic salta.

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