In questi giorni convulsi, pur di impedire il corretto svolgimento della campagna elettorale, si è tornati a parlare anche della grave situazione economica in cui verte la Rai.
Sono perfino queste le argomentazioni, quasi delle giustificazioni, utilizzate dall’azienda di viale Mazzini per argomentare il “rischio” insito nel “rispetto delle norme” sulla par condicio e del regolamento attuativo che avrebbe il potere di far perdere tre milioni di euro alla Rai, frutto di mancati incassi pubblicitari.
Ebbene, il debito della Rai ammonta a circa 600 milioni di euro, e sembra destinato a salire.
Contemporaneamente si scopre che la Rai perde ben oltre i 550 milioni di euro l’anno per mancati incassi del canone.
La Rai e l’amministrazione finanziaria stanno facendo qualcosa? Non si sa.
“Per questo motivo, dichiara Beltrandi, ho presentato due interrogazioni: la prima al ministro dell’economia Tremonti, la seconda al Dg della Rai Masi, per sapere in quale modo vogliano risolvere il problema, nella speranza che non si ricorra a proposte indecenti come uno “scudo fiscale per la Rai” o, più semplicemente, a ulteriori censure mirate nell’informazione e nella comunicazione televisiva. I problemi sembrano scomparire quando non se ne parla. Nel frattempo, però, durano e si aggravano”.
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