Beltrandi: la Rai, con la scusa della par condicio censura tutto, anche “Protestantesimo”
Naturalmente, nel programma non appariva alcun politico né alcun candidato ad alcuna carica, non si esprimevano giudizi politici né su temi locali né nazionali. Semplicemente di dava voce ad alcune persone mostrando immagini della realtà attuale di Rosarno.
Ad esempio, le immagini di alcune ruspe della protezione civile che "bonificavano" l'area dell'ex Opera Sila dove negli ultimi anni si sono concentrati migliaia di immigrati o quelle ove si mostravano le immagini della rivolta disperata seguita a due sparatorie che avevano portato in ospedale alcuni braccianti africani.
Si narrava, ovviamente anche l'altra Rosarno, quella che ha paura di se stessa. Delle sue pulsioni razziste e violente, una Rosarno che prova a costruire un altro rapporto con i braccianti neri. Il documentario dimostrava che un'altra Rosarno è possibile.
Non è chiaro che cosa questo c'entri con le imminenti elezioni.
Il servizio voleva buttare un piccolo fascio di luce su questa realtà. “Ma-ad avviso di Beltrandi- nell'Italia di oggi anche pochi minuti di una rubrica religiosa nascosta nelle pieghe più remote del palinsesto televisivo desta sospetti e si espone alle censure di chi controlla culturalmente e politicamente il sistema della comunicazione”.
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