Beltrandi: interrogazione al DG Rai Masi per sapere perché la campagna elettorale è stata censurata
Marco Beltrandi, deputato radicale, ha presentato l’ennesima interrogazione in commissione di vigilanza bicamerale sulla RAI per conoscere il motivo che ha portato la Rai ad una censura oggettiva della campagna elettorale.
Subito dopo l’approvazione del regolamento con il quale il Parlamento ha stabilito le regole per lo svolgimento della campagna elettorale, in numerosi talk show della Rai è stata data una informazione distorta sul suo reale contenuto, senza alcuna possibilità di rettificare l’informazione infondata e fuorviante.
Subito dopo, la dirigenza Rai ha deciso di autocensurare il palinsesto. Con la conseguenza che al danno subìto si è aggiunta la beffa: alla sospensione della messa in onda di Porta a Porta, Ballarò e Annozero, scelta opinabilissima, non è seguita la messa in onda delle tribune politiche, come previsto dal regolamento. La Rai ha invece deciso di trasmettere programmi senza alcun riferimento alla campagna elettorale. Questo è illegale.
Tutto ciò è emerso chiaramente anche ieri, durante l’audizione del DG Rai Masi in Commissione di vigilanza sulla Rai.
Nei giorni precedenti, la stessa magistratura, investita della questione relativamente alle analoghe regole dettate dall’AgCom per le reti radiotelevisive non concessionarie di pubblico servizio, ha riconosciuto la solare compatibilità delle norme regolamentari per garantire la c.d. par condicio e la messa in onda dei talk show.
Anche il Presidente Zavoli, ha dichiarato subito dopo che “tocca al Cda della Rai che ha il prestigio, il senno e il dovere di fare, con i suoi margini d' autonomia, la prima mossa ripristinando i programmi di approfondimento», perché, ha spiegato, “tra errori veri e finti, diritti calpestati e declamati si è perduta gran parte del tempo che spettava al paese per misurarsi con le proprie idee sulle prossime elezioni”.
Auspicio rimasto senza ascolto, poiché la Rai ha scelto di proseguire prosegue nella sua miope e deleteria scelta autocensoria
Sono rimasti solo undici giorni per far conoscere agli elettori quali sono i partiti ed i programmi in campo. Sono pochi, troppo pochi rispetto ai trenta previsti dalla legge. Un voto senza informazione è solo formalmente democratico e la Rai contribuisce a renderlo tale.
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