Congresso PRNTT, Di Carlo: Un Turco napoletano

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Se c'è un partito complicato, nel nostro Paese, questo è il Partito Radicale.

Anzi, che dico, non “nel nostro Paese” perchè notoriamente il Partito Radicale è Transnazionale (oltre che Nonviolento e Transpartito).

Ma forse non dovrei nemmeno chiamarlo Partito visto che, per statuto, non può presentarsi alle elezioni.

Insomma, la faccenda è complessa.

E lo è diventata ancor di più adesso che, con tre anni di ritardo, il PRNTT si appresta ad andare a Congresso l'1, 2 e 3 di settembre presso il Carcere di Rebibbia. Una decisione di Maurizio Turco – l'autonominato erede politico di Marco Pannella – che dopo aver sostenuto, per anni, che non vi fossero le condizioni politiche per la celebrazione del Congresso, a pochi giorni dalla scomparsa del leader radicale ha annunciato la tenuta dell'assise all'interno del penitenziario romano. Una decisione a dir poco incomprensibile: la mancanza di condizioni politiche era forse costituita dalla sopravvivenza di Marco? E che dire della scelta della location? Tradizionalmente, nei congressi d'area radicale, chiunque può decidere di presentarsi, iscriversi, candidarsi e votare, perfino nell'ultima giornata dei lavori. Una possibilità, questa, che risulterà preclusa in occasione del prossimo Congresso del PR visto che – per far fronte ai problemi organizzativi dell'Istituto penitenziario - occorrerà comunicare entro il 25 agosto la propria volontà di partecipazione.

Per dirla semplice, la scelta di Turco ricorda quella degli amministratori di condominio che convocano la prima seduta dell'assemblea sul cucuzzolo della montagna alle 5 del mattino e, la seconda, alle 17 presso il proprio studio con tanto di caffè e pasticcini.

Insomma, una furberia non degna della tradizione radicale che questo Turco, con un fare proprio del miglior Toto', relega il 40° Congresso del più antico partito italiano alla parodia di sé stesso.

 

Alessio Di Carlo

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