Migranti, Magi: non aspettiamo che profughi sbarchino in Puglia, subito accordo Italia-Grecia per corridoio umanitario

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Dichiarazione di Riccardo Magi, segretario di Radicali Italiani:

 

“Il presidente del Consiglio Renzi ha dovuto ammettere l’evidenza: i tanti vertici europei di questi mesi sulla questione migratoria non hanno portato a niente, il piano elaborato a maggio nell'agenda europea non ha funzionato, mentre la situazione in Grecia, dopo la chiusura della rotta balcanica, diventa ogni giorno più grave con migliaia di uomini, donne e bambini in cerca di protezione abbandonati a loro stessi, in condizioni igieniche e sanitarie disperate.

Affidarsi al governo e alla polizia turca per bloccare chi fugge verso le coste europee, ammesso che l’accordo venga raggiunto, conferma quanto sia miope e irresponsabile l’approccio europeo, col rischio altissimo che si compiano ai confini del nostro continente violazioni gravissime dei diritti e della dignità di migliaia di persone, e delle convenzioni internazionali.

Se Renzi vuole realmente incidere e porsi alla guida di un cambio di approccio ha una possibilità: se davvero il flusso di profughi dalla Grecia si sposterà verso le nostre coste attraverso l’Albania, non aspettiamo che le famiglie ora bloccate in Grecia si affidino nuovamente ai trafficanti rischiando ancora la vita a pochi chilometri dalle nostre coste. E non cerchiamo di difendere le frontiere pugliesi pattugliando con le nostre forze di polizia le coste albanesi, come sembra ci si stia preparando a fare. Al di là dei vertici, servono azioni precise e di impatto immediato: in attesa che si superi il regolamento di Dublino, l’Italia proceda a stringere con un accordo bilaterale con la Grecia per creare un canale umanitario e facciamo in modo che i profughi, assistiti, attraversino l’Albania e il tratto di mare Adriatico, giungano in Italia protetti e venga loro rilasciato un permesso di soggiorno umanitario che consenta eventuali spostamenti interni all’Ue. E ancora – conclude Magi  - come ha dimostrato il progetto di reinsediamento avviato dalla comunità di Sant’Egidio, dalla Federazione delle chiese evangeliche e dalla Chiesa Valdese, una strada legale e sicura per portare le persone in salvo dalla guerra e assicurare protezione esiste: investiamo su quei progetti e aumentiamo le quote di persone da reinsediare”.

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