Migranti, Magi: Europa va in guerra. Vittime trattate da nemici. Governo apra a visti umanitari per categorie più vulnerabili

Dichiarazione di Riccardo Magi, segretario di Radicali Italiani:
"Lacrimogeni e bombe assordanti, filo spinato e muri, forze di polizia spiegate a difesa delle frontiere: l'Europa va in guerra e difende i suoi confini dall'arrivo di migliaia di uomini, donne e bambini che fuggono dalla guerra, nemici, quindi, e non più vittime, mettendo in discussione la libera circolazione e soprattutto il principio della tutela del diritto d'asilo.
Si parla di modificare il regolamento di Dublino ormai da troppo tempo, mentre il piano di redistribuzione dei richiedenti asilo non ha determinato alcun effetto concreto. Da qualche mese sembra che l'unica soluzione praticabile sia fermare il flusso dei profughi in Turchia, senza considerare cosa sta accadendo in questi giorni ai confini turchi con la Siria, con centinaia di migliaia di persone in fuga da Aleppo che finiranno per aggiungersi ai 2,5 milioni di profughi siriani già ospitati dalla Turchia. O ancora, visto che i flussi dalle coste turche alle isole greche sono in continuo aumento, l'Ue ipotizza addirittura di isolare la Grecia e lasciare che in quel paese rimangano bloccate centinaia di migliaia di persone, purché restino lontane dal cuore del continente.
Siamo entrati in crisi per mezzo milione di persone che, nei mesi scorsi, hanno raggiunto a loro rischio le coste europee mentre sono milioni i siriani ospitati nei paesi confinanti.
Alla luce di quanto sta avvenendo in queste ultime settimane, una sola richiesta va avanzata a Bruxelles dal nostro Governo: riapertura delle frontiere ma soprattutto apertura di canali legali e sicuri per chi scappa dalla guerra e applicazione immediata della direttiva europea sulla protezione temporanea, almeno per chi fugge dalla guerra in Siria. Ma Renzi e l'Italia, da soli, possono già decidere di fare di più di quanto si sta facendo e impegnarsi a salvare vite umane implementando programmi di reinsediamento, già avviati nei mesi scorsi, dal Libano, dalla Giordania, dall'Iraq, facilitando i ricongiungimenti familiari e concedendo visti umanitari per le categorie più vulnerabili. Solo così potremo stare dalla parte delle vere vittime della tragedia che stiamo vivendo".
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