Immigrazione, radicali al Cie di Ponte Galeria: qui sofferenza e precarietà, no a nuove strutture di detenzione

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Dichiarazione di Riccardo Magi, segretario di Radicali Italiani, e Alessandro Capriccioli, segretario di Radicali Roma:

 

"Siamo sicuri che il destino del nostro paese debba essere quello di aprire nuovi centri di identificazione ed espulsione per trattenere e rimpatriare quanti fuggono dalla miseria in cerca di opportunità di vita? Davvero questo significa essere la frontiera dell'Europa sul Mediterraneo?" si chiedono Riccardo Magi, segretario di Radicali Italiani, e Alessandro Capriccioli, segretario di Radicali Roma, al termine di una visita al Cie di Ponte Galeria a Roma, insieme al presidente della commissione diritti umani del Senato, Luigi Manconi.

"Abbiamo scelto di visitare oggi questo luogo simbolo della marginalità per testimoniare la nostra vicinanza alle persone trattenute e per denunciare il rischio che nuove strutture di detenzione vengano aperte nel nostro Paese".

"I Cie e la detenzione amministrativa si sono dimostrati in questi anni strumenti inefficaci in termini di contrasto all'immigrazione irregolare e utili solamente a provocare sofferenza e precarietà. Nonostante ciò, a settembre scorso sono stati riaperti i centri di Brindisi e Crotone, come conseguenza dell'attuazione dell'Agenda europea sulle migrazioni. La procedura di identificazione prevista negli hotspot, basata sulla distinzione tra potenziali richiedenti asilo e migranti economici, ha subìto un'accelerazione e, da quanto si apprende, si ha la sensazione che si stia procedendo sommariamente, violando le normative nazionali ed internazionali sull'asilo e basandosi sul solo infondato criterio della provenienza, senza approfondire la storia individuale di ciascuno e senza garantire concretamente a tutti la possibilità di accedere alla protezione internazionale".

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