Contro i crolli interventi... Radicali

Dopo il crollo che ha coinvolto la Facoltà di Veterinaria di Napoli, Zambrano e Alterio dell'Associazione Radicale "Per la Grande Napoli": Rischio idrogeologico, interi quartieri andrebbero riprogettati
Pressing su De Luca: subito un piano di rottamazione edilizia e controlli
NAPOLI - Il crollo che ha coinvolto la Facoltà di Veterinaria è solo l’ultimo di una lunga serie di accadimenti drammatici. Che avrebbe potuto essere una catastrofe se il caso non avesse voluto che i frequentatori di quelle aule fossero allontanati per tempo. Un intreccio di mancata manutenzione, rottamazione edilizia e sottovalutato rischio idrogeologico sembra essere la causa dell’accaduto. Ora il punto successivo è individuare non solo i responsabili ma anche chi possa impedire che situazioni del genere possano ripresentarsi. I Radicali Italiani un’idea ce l’hanno: deve essere il governatore Vincenzo De Luca a dotare tutta la Regione Campania degli strumenti utili. “Ci appelliamo a lui perchè affronti i temi urgenti della rottamazione edilizia, dell’analisi di rischio idrogeologico e della lotta all’abusivismo - spiegano Manuela Zambrano, membro del Comitato Nazionale, e Giuseppe Alterio, segretario dell’Associazione “Per la Grande Napoli” - elaborando un piano di intervento con precise scadenze e perché interrompa il consumo di suolo, affinché i campani non debbano più affidarsi alla fortuna”.
I Radicali, da anni, sostengono l’improrogabilità di una attenta analisi dello stato delle costruzioni, del monitoraggio geologico e del rinnovamento del patrimonio edilizio esistente, ormai obsoleto e senza alcuna garanzia di sicurezza, privo di alcun comfort ambientale.
“Le nostre proposte per l’edilizia mettono al centro il rinnovo del patrimonio abitativo italiano incoraggiando il coinvolgimento dell’imprenditoria privata - continuano Zambrano e D’Alterio - è essenziale incentivare la demolizione e la ricostruzione di fabbricati che rispettivo le nuove normative sismiche, energetiche, impiantistiche. L’obiettivo è quello di progettare il rinnovamento di interi quartieri con una conseguente riprogettazione degli spazi privati e comuni secondo gli standard contemporanei. È necessario che particolare attenzione sia rivolta al comfort ambientale e ai contenimenti dei consumi energetici, all’utilizzo di materiali ecocompatibili, non tossici, che consentano di contenere i costi dei futuri smaltimenti. Con questo obiettivo è imprescindibile coinvolgere l’imprenditoria privata accordandole premi di cubatura e sgravi fiscali per attrarre l’interesse per la ricostruzione”.
Nella riprogettazione del territorio è, inoltre, fondamentale bloccare il consumo di suolo vergine. Secondo i Radicali, va incentivato il riutilizzo di aree presenti nelle città compatte attraverso la redazione di veri e propri piani di ricostruzione, la demolizione di fabbricati e la riprogettazione di interi quartieri (anche a mezzo dell’utilizzo di fabbricati-albergo per consentire temporaneamente la vita degli abitanti di costruzioni da demolire e ricostruire). È auspicabile, inoltre, strutturare imposte per i costruttori di opere fuori dai nuclei compatti delle città al fine di bloccare il dilagante sprawl urbano. Va imposta la realizzazione di costruzioni sviluppate in altezza imponendo un basso rapporto tra area di sedime/altezza della costruzione. Nei piani di ricostruzione l’obiettivo è quello di realizzare costruzioni alte così da liberare spazio al suolo da porre a disposizione dei cittadini: parchi, strade ampie, orti sociali, aree per il tempo libero. “Ultimo punto, particolarmente importante proprio per il territorio campano, è la lotta all’abusivismo con lo snellimento delle procedure di demolizione dei fabbricati abusivi al fine di consentire un sicuro e veloce ripristino delle condizioni di legalità”, concludono i Radicali.
In un territorio fortemente modificato dalla mano, non sempre benevola, dell’uomo, è chiaro che la Natura poi si ribelli con maggiore aggressivutà: solo negli ultimi 40 anni gli eventi sismici hanno comportato danni diretti per un importo pari a 147 miliardi di euro ed una innumerevole sequela di morti. Più del 50% del patrimonio edilizio italiano è stato costruito antecedentemente all’approvazione della prima normativa sismica e parte di esso risulta essere in aree a grave rischio idrogeologico. Napoli, è noto, non fa eccezione.
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