Inchiesta Dda sul Centro Olio Val d'Agri. Bolognetti: dell'ipocrisia e del fariseismo di Cgil e Legambiente

Inquinamento atmosferico

Fonte: Nuova del Sud, 8 dicembre 2015

- di Maurizio Bolognetti, segretario di Radicali Lucani

Trovo a dir poco esilarante l'intervento della CGIL, che, dopo l'ennesimo incidente verificatosi presso il Centro Olio di Viggiano, chiede all'Eni una "presa di coscienza". Un po' come chiedere a un lupo di diventare vegano. Di cosa dovrebbero prendere coscienza quelli del "Cane", del fatto che si è autorizzata la presenza di uno stabilimento a rischio incidente rilevante a ridosso di una diga, di centri abitati e in un'area ad altissimo rischio sismico? Dov'era la CGIL quando, nel 1999, con il Dec/Via (Valutazione di impatto ambientale) 3560 si autorizzava un primo ampliamento dell'originario "Centro olio Monte Alpi", poi ribattezzato "Centro Olio Val d'Agri"? Vogliamo riflettere? Bene, allora il Segretario regionale della CGIL Summa rifletta su quanto riportato a pagina cinque del sopra citato Decreto, dove è dato leggere di carenze sulla "caratterizzazione delle condizioni meteodiffusive" e di "un regime anemologico che presenta alcune criticità" e dove si afferma che "l'area circostante il Centro Olio è sede di episodi significativi di inquinamento da biossidi di zolfo, ossidi di azoto e ossidanti fotochimici di livello tale da comportare rischi significatavi acuti e cronici, agli ecosistemi vegetali". Ai farisaici amici della CGIL dico che non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca. Una manciata di posti di lavoro, di un lavoro maledetto e senza prospettive, non potranno mai ripagare gli "effetti collaterali" prodotti da attività di coltivazione, ricerca e trasporto idrocarburi, svolte in aree delicatissime dal punto di vista idrogeologico. Questo per non dire che la presenza delle attività minerarie nella Valle dell'Agip ha negato altre prospettive e determinato danni ad altri settori produttivi.

Ai dicotomici, o forse sarebbe meglio dire bipolari, rappresentanti della CGIL lucana, che oggi invocano "coscienza e maturità" e ieri hanno assecondato lo sviluppo delle attività petrolifere, dico che i primi a dover prendere coscienza sono loro e che la presa di coscienza, anzi un esame di coscienza e magari un atto di contrizione, va chiesto a chi avrebbe dovuto monitorare e non lo ha fatto e a chi non avrebbe dovuto autorizzare e invece ha autorizzato. Valga per tutte l'esempio dell'autorizzazione alla reinizione delle acque di produzione petrolifera nel Pozzo Costa Molina 2, concessa in patente violazione della delibera C.M. del 4/2/1977 a tutela delle acque dall'inquinamento, che esplicitamente vieta lo smaltimento in unità geologiche profonde in aree ad alto rischio sismico. Oggi il carissimo Summa chiede l'intervento del Prefetto; ieri il suo collega Genovese, dalle pagine di "Rivista Sindacale", esultava per una settantina di assunzioni fatte dalla Total. Verrebbe da chiedersi cosa penserebbe il povero Giuseppe di Vittorio di questo sindacato e di questi sindacalisti. Cari amici della CGIL, la presa di coscienza  e magari il mea culpa  chiedeteli alla Confindustria di Michele Somma, con la quale viaggiate a braccetto.

Altrettanto esilarante, per dirla tutta, l'intervento di Legambiente Basilicata, che nei giorni scorsi ha invocato "trasparenza" sull'affaire petrolio. Peccato, verrebbe da chiosare, che lor signori in questi anni, nonostante i mezzi e la forza finanziaria che hanno a disposizione, non si siano accorti dell'assenza dell'Anagrafe dei siti da bonificare prevista dall'art. 251 del Codice dell'Ambiente. Quelli della Lega per l'Ambiente, che nei Palazzi e nel Palazzo ci vivono e ci bivaccano, non solo non hanno avuto modo di notare la patente violazione di un'importante legge dello Stato, ma hanno anche accuratamente evitato di sostenere quanto da me denunciato in merito, in nome non della "trasparenza" ma del diritto alla conoscenza. Li comprendo, fanno ciò che è nella loro natura: le sacerdotesse di un ambientalismo di regime, che vive di prese di prese di posizione da kamasutra partitocratico/ambientalista.

Si, il tasso di ipocrisia e di fariseismo in Basilicata inquina l'aria più di quanto non facciano le emissioni del COVA.

 

 

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