"Dal Pontefice una speranza a tutti i carcerati del mondo"
L'intervista a Rita Bernardini, segretaria dei Radicali italiani
- di Antonio Rapisarda per iltempo.it
Rita Bernardini, segretaria dei Radicali italiani, ricorda un aneddoto con speranza nel giorno in cui Papa Francesco richiama l’amnistia come uno dei principi dell’Anno Santo: «Due anni fa Marco Pannella ricevette una telefonata dal Papa dove gli disse: "Sii coraggioso, ti aiuto su questo fronte..."».
L’aiuto è arrivato.
«Sì, decisamente».
La considerate una vittoria «radicale»?
«È un cammino e una lotta da portare avanti. La sensibilità del Pontefice non è semplicemente di natura religiosa, non è armata solo dei principi del Vangelo, ma è una risposta di alto profilo anche dal punto di vista giuridico, di considerazione della legge».
Quello della giustizia è un tema caro a Francesco.
«Il Papa appena eletto ha dato subito un segnale: ha abolito l’ergastolo nel Vaticano. Ha introdotto il reato di tortura. Pensiamo, invece, a cosa accade in Italia...».
Sono gesti che nel mondo cattolico hanno suscitato grande attenzione.
«Francesco ha dimostrato di tenere alla condizione dello stato di diritto. Ricordo quando tenne una lezione ai giuristi cattolici e parlò di ergastolo come "pena di morte ritardata". Stesso discorso sul carcere duro».
Insomma, Bergoglio è il più «pannelliano» dei papi possibile...
«I due si intendono. Sono mossi dagli stessi principi che "principiano" qualcosa. Mi sembra che tutti e due siano un esempio di vita spesa nelle battaglie per i principi».
Certo, Pannella con la tonaca però...
«Marco ha usato spesso un motivo dei cattolici spes contra spem : essere speranza nella vita».
Come pensate di dare una mano sull’argomento al Papa?
«Siamo notoriamente poveri. Lo faremo con i metodi della non violenza. Continueremo la lotta sul fronte istituzionale. L’amnistia consente di sgravare tutta la giustizia di un fardello di procedimenti destinati alla prescrizione. Ciò significherebbe rimettere in moto milioni di euro».
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