Bolognetti: Bene Regione su Catalogo siti contaminati, ma ora vogliamo il pieno rispetto dell’art. 251 del Codice dell’Ambiente. Decisione Regione indubbio successo dell'iniziativa Radicale

Inquinamento

La Regione Basilicata ha pubblicato sul portale istituzionale il "catalogo dei siti contaminati e da bonificare".

Ritengo che trattasi di un indubbio successo dell’iniziativa politica radicale, volta ad ottenere la piena applicazione della Convenzione di Aarhus e il rispetto del sacrosanto diritto dei cittadini lucani a poter conoscere lo stato dell’ambiente in cui vivono.

Un piccolo passo avanti nella direzione da me più volte auspicata, che dovrebbe, mi auguro a breve, portare ad onorare quell'art. 251 del Codice dell'Ambiente, che come è noto prevede  che le Regioni "sulla base dei criteri definiti dall'Agenzia per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici predispongono l'anagrafe dei siti oggetto di procedimento di bonifica".

Nel prendere atto che una volta di più abbiamo con-vinto i nostri interlocutori, gioverà sottolineare che la stessa Regione, non a caso,  nel dare notizia della pubblicazione del "catalogo" ha evidenziato con correttezza  che esso "non costituisce 'Anagrafe dei Siti da Bonificare' come prevista dalla norma nazionale di riferimento, ma ha la finalità di consentire l’accesso ad informazioni estese a tutti i siti oggetto di procedimenti prodromici a quelli di bonifica, destinati all’Anagrafe".

Non per pignoleria, ricordo inoltre a me stesso che l’assessore Berlinguer si era impegnato a pubblicare l’Anagrafe entro e non oltre il mese di aprile 2015.

Ciò detto, non posso che esprimere il mio plauso all’Assessore per una iniziativa che rappresenta, lo ripeto, un piccolo passo avanti nella giusta direzione. Nel contempo, per onorare me stesso, i miei interlocutori e anni di lotta e iniziativa politica fatta di proposta e non di mera protesta, rivolgo nuovamente l’invito alla Giunta regionale a sanare la ferita inferta allo Stato di diritto. Dal 1997, la Regione Basilicata viola la sua propria legalità, non applicando quanto previsto prima dal Decreto Ronchi e poi dal Codice dell’Ambiente. Dopo quasi 20 anni di attesa è forse giunto il momento di applicare la legge. Si tratta in buona sostanza di garantire il rispetto della Convenzione di Aarhus e delle leggi della Repubblica che hanno recepito quella Convenzione.

di Maurizio Bolognetti, Giunta Radicali Italiani e Consigliere Associazione Coscioni

 


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