Carceri e giustizia: Bernardini denuncia drammatica situazione del Tribunale di Sorveglianza di Bologna e chiama in causa ministro Orlando

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La Segretaria di Radicali Italiani Rita Bernardini lancia l’allarme per la drammatica situazione del Tribunale di Sorveglianza di Bologna, causata da una spaventosa carenza di personale, sia riguardo ai magistrati, sia al personale di cancelleria e di altri profili lavorativi.

Lo stato del Tribunale di Sorveglianza di Bologna è stato descritto puntigliosamente e senza mezzi termini dal presidente Francesco Maisto in una conferenza stampa del 23 giugno puntualmente riscontrata dalle agenzie di stampa e dai quotidiani locali: negli ultimi 6 anni, pur essendo aumentate le competenze, il personale ha registrato una riduzione del 37 per cento. A Bologna i giudici sono quattro più il presidente, come da organico, ma uno è in malattia e per far fronte al lavoro "ne servirebbero il doppio". Vacante è il posto previsto a Modena, cui fanno supplenza i giudici di Bologna. Ancora più seria è la questione dell’Ufficio di Sorveglianza di Reggio Emilia dove c'è un solo magistrato (sarebbero due, da organico). Per far comprendere il “disastro”, basti sapere che un unico magistrato di Sorveglianza, la dott.ssa Maria Giovanna Salsi, ha sotto la sua responsabilità i territori di Reggio, Parma e Piacenza, con due carceri (che ospitano anche i detenuti in regime di 41 bis e i ''sex offenders''), l'ospedale psichiatrico giudiziario di Reggio che è ancora aperto, le nuove Rems (Residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza) e il Centro diagnostico terapeutico di Parma, che smista i detenuti pericolosi. A Reggio Emilia anche la situazione del personale è drammatica: a pieno organico dovrebbero essere nove persone, invece sono cinque di cui uno part time. 

In questa situazione che diverrà esplosiva con la concessione dei permessi estivi ai detenuti – ha dichiarato Rita Bernardini - sono pregiudicati i diritti umani fondamentali dei reclusi che non riescono e non riusciranno ad ottenere risposte alle istanze che per legge devono rivolgere ai magistrati di sorveglianza. Si prefigura, soprattutto per quel che riguarda l’Ufficio di Reggio Emilia, una vera e propria “interruzione di pubblico servizio” con tutto ciò che consegue in termini di violazioni del diritto vigente. Mi appello – ha concluso Bernardini – al Ministro della Giustizia Andrea Orlando affinché intervenga urgentissimamente, pronta ad intraprendere in caso di mancata necessaria risposta, con i miei compagni radicali, forme di lotta nonviolenta affinché siano salvaguardati i diritti non solo dei detenuti ma anche dei magistrati, i quali, non per loro responsabilità, si troverebbero nell’impossibilità di corrispondere alla loro funzione di servitori dello Stato.

 

 

 

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