Amianto. Strage silenziosa. Il clamoroso ritardo a 23 anni dal varo della legge nazionale. Smaltito solo l'1 per cento. Non se ne parla da anni, eppure si muore ancora

Una vera e propria strage in corso da decenni e migliaia di vittime: parliamo dell'amianto, un problema tutt'altro che risolto.
Attualmente le morti da amianto sono oltre 1000 l'anno, si parla di una stima che però non tiene conto dei tanti siti non censiti, dato che ad oggi solo il 30% dei luoghi contaminati è entrato in un censimento. E non si parla solo di lavoratori, l'amianto è dappertutto: edilizia abitativa, pubblica, coperture e persino acquedotti.
Una fibra sottilissima, 1300 volte più piccola di un capello umano, che può essere letale se inalata anche solo una volta. In questo clima di silenzio gli unici ad aver mostrato l'intenzione (anche coi fatti) di voler cambiare le cose sono i giornalisti di Wired che, oltre ad una splendida inchiesta, portano avanti sul proprio sito la battaglia pubblicando tutti i dati disponibili.
Dunque, lo Stato latita, la politica pure e nel panorama dell'informazione l'unica testata che affronta il problema è Wired. I passi da fare sono tanti: servono un censimento, un'adeguata campagna informativa, una giustizia giusta e interventi importanti. Ma per pensare di arrivare ad un obiettivo bisogna iniziare a lavorare sodo: in stile radicale, i campi di battaglia saranno i marciapiedi con i banchetti, prima, e il parlamento successivamente.
Almeno questo è ciò che ci si aspetta dopo che gli Ecoradicali, la più giovane associazione della Galassia Radicale, hanno sollevato il problema. Che questo gruppo sia speranza e contagi il resto della Galassia fino a giungere al cuore dei tanti ambientalisti del Paese. In occasione del Comitato Nazionale che si aprirà oggi, inizieremo ad avanzare le prime proposte per risolvere una situazione di grave ritardo a 23 anni dal varo della Legge quadro nazionale (Legge 27 marzo 1992, n. 257).
Sulla base dell'ultima indagine condotta dal ministero della Salute per mezzo dei suoi osservatori epidemiologici, ad oggi sappiamo che nel nostro Paese vi sono 12 siti di interesse nazionale caratterizzati dalla presenza di amianto, accanto a 34.000 luoghi rubricati come pericolosi (secondo una scala di pericolosità: 373 di essi sono nella I classe, quella di maggior rischio. Al 2009 erano state bonificate circa 379 mila tonnellate di amianto-cemento (prevalentemente in appositi impianti situati in Germania), ma secondo lo studio sarebbero ancora ben 32 milioni le tonnellate presenti sul territorio, pari al 99 per cento del totale prodotto in Italia.
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