Fecondazione, Ass. Coscioni: diffida a ministero Salute per mancato aggiornamento linee guida

Comunicato stampa dell’Associazione Luca Coscioni:
L’Associazione Luca Coscioni, tramite il suo rappresentante legale e Segretario, l'avvocato Filomena Gallo, ha diffidato il ministero della Salute, nella persona del ministro pro tempore, per non aver aggiornato le Linee Guida della legge 40 del 2004, come previsto dall’art. 7 della legge stessa che prevede: “Le linee guida sono aggiornate periodicamente, almeno ogni tre anni, in rapporto all'evoluzione tecnico-scientifica, con le medesime procedure di cui al comma 1”.
Con Decreto Ministeriale del 21.07.2004, il Governo emanava Linee Guida in materia di fecondazione assistita che, tuttavia, venivano dichiarate illegittime per eccesso di potere dal Tar Lazio.
Successivamente, anche in considerazione delle decisioni giudiziarie nel frattempo intervenute, il ministero della Salute adottava nuove linee guida con D.M. del 2 maggio 2008.
Nel frattempo la Corte Costituzionale dichiarava l'illegittimità costituzionale dell'art. 14, commi 2 e 3 della L. 40/04 cancellando il limite dei tre embrioni producibili e l'obbligo di contemporaneo impianto di tutti gli embrioni prodotti.
Con sentenza N. 162 del 9 aprile 2014, la Corte Costituzionale dichiarava l’illegittimità costituzionale del divieto di fecondazione eterologa.
Filomena Gallo dichiara: “nonostante sia decorso da tempo il triennio previsto dall’art. 7 della L. 40/04 per l’aggiornamento delle linee guida, non risulta ad oggi adottato alcun provvedimento in tal senso da Codesto ministero; tale comportamento inerte, oltre a porsi in contrasto con la L. 40/04, espone a rischio di gravi violazioni i diritti e le libertà fondamentali delle persone coinvolte nell’applicazione delle tecniche di fecondazione assistita che risultano attualmente inadeguate rispetto all’evoluzione scientifica e tecnologica in materia”.
Conclude l’avvocato Angelo Calandrini, membro di giunta dell'Associazione Coscioni, che ha collaborato alla stesura del procedimento della diffida: “se entro 90 giorni dalla notifica della diffida il ministero non agirà a norma di legge e quindi non emanerà nuove linee guida si procederà alla tutela dei diritti e degli interessi dei propri associati dinanzi alle competenti autorità giudiziarie”.
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