Il Quirinale risponde alla lettera di Rita Bernardini: I penitenziari siano luoghi di rieducazione

Napolitano - non solo amnistia

Lettera di risposta di Ernesto Lupo, consigliere per la Giustizia del Presidente della Repubblica, alla missiva che Rita Bernardini ha inviato al Capo dello Stato affinché si faccia chiarezza sulla morte in carcere di di Marcello Lonzi


Gentile Rita Bernardini,

rispondo alla sua lettera del 13 novembre indirizzata al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in merito alla triste vicenda del giovane Marcello Lonzi, deceduto nel carcere di Livorno 1'11 luglio 2003.

Desidero innanzitutto esprimere il cordoglio del Signor Presidente, oltre che il mio personale, alla madre ed ai familiari del giovane. Comprendo quanto un evento tanto tragico possa essere ancora più difficile da accettare quando avviene in ambiente carcerario. Episodi del genere lasciano sgomenti e su di essi è necessario fare la massima chiarezza.

La vicenda di Marcello Lonzi non ha trovato sinora sorda la magistratura, che si è più volte dimostrata sensibile alle richieste di verità della signora Ciuffi. La stessa ultima richiesta di integrazione delle indagini dimostra la volontà di andare a fondo nel tentativo di fare luce sui fatti, pur nei limiti di un accertamento processuale. Non ci resta, pertanto, che avere fiducia nella professionalità dei magistrati e dei loro ausiliari, consapevoli tuttavia delle difficoltà che derivano dal lungo tempo trascorso e dalla complessità della ricostruzione dei fatti. Ciò che occorre fare è continuare a profondere il massimo impegno per far sì che gli istituti carcerari italiani cessino in fretta di essere luoghi disumani. Solo una rinnovata concezione del carcere, non più come luogo di segregazione ed isolamento sociale, bensì come luogo di rieducazione e reinserimento, potrà definitivamente porre fine ad episodi tragici come quello di Marcello Lonzi. Per questo, la ringrazio per l'attenzione che da sempre dedica, assieme al gruppo politico a cui appartiene, al tema dei diritti dei detenuti e delle condizioni della detenzione. Come lei sa, è questo un tema, una battaglia culturale e civile, che il Presidente considera della massima importanza e nel cui ambito c'è ancora molto da fare.

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