La relazione del tesoriere Valerio Federico al XIII congresso di Radicali Italiani

Valerio Federico

1^ parte

Care compagne, cari compagni,

La gestione di tesoreria 2014 è stata contraddistinta dalla crescita dell’autofinanziamento e da un’azione complessiva di risanamento costituita da tagli di spesa e da una parziale copertura del debito verso soggetti esterni. Questa scelta si è resa necessaria in considerazione del disavanzo cumulato al 31 ottobre 2013 pari a € 285.600,00.

Il bilancio dal 01/11/2013 al 31/10/2014 ha avuto un risultato positivo, un avanzo di € 37.377,00; se escludiamo le partite straordinarie, non riconducibili alla gestione dell’esercizio, l’avanzo si riduce a € 29.241,00.

Tale risultato, conseguito appunto a seguito dell’azione di risanamento che ha caratterizzato l’intero anno, ha permesso una riduzione del disavanzo cumulato al 31 ottobre 2013 in misura pari al 13% incluse le partite straordinarie, e del 10% se le si escludono.

Nel corso della gestione 2014 vi è stato un rapporto costante di scambio di informazioni tra la tesoreria e i Revisori eletti, Eleonora Palma, Dario Boilini e Piero Bonano che colgo l’occasione di ringraziare per la loro collaborativa e costante disponibilità.

Costi

I costi di struttura sono stati ridotti del 25%.

Il costo della segreteria del Movimento è stato ridotto dell’11% e corrisponde a € 51.784,00, quello della tesoreria del 54% e corrisponde a € 27.568,00.

Il compenso netto della segretaria è stato ridotto del 20,3%, corrispondente nel 2014 a € 28.695,00 annuali. Il compenso netto del tesoriere è stato ridotto del 36,3%, pari a € 17.962,00 annuali. Alla segretaria vanno ancora saldati € 3.055,00, al tesoriere € 5.000,00.

Complessivamente le spese di personale e rimborsi sono state ridotte del 27%.

Debito

Il debito oggi è pari a € 273.743,00, ed è stato ridotto del 10% (da € 304.147,00 a € 273.743,00), se invece si considera solo il debito vs terzi - soggetti esterni - la riduzione è pari al 12%.

Il 45% del debito è verso soggetti interni e il 55% è “esterno”, verso fornitori, Inps, Irpef e comprende i compensi dovuti.

Il debito verso Edipro SRL di Fabrizio Pilotto – principale creditore del Movimento -, legato a costi relativi alla campagna referendaria 2013 “Cambiamo Noi”, è stato ridotto del 15% e attualmente corrisponde a € 63.520,00.

Va rilevato che ovviamente una situazione debitoria relativamente pesante limita le scelte di carattere economico-finanziario, e conseguentemente quelle politiche, non potendo neanche prendere in considerazione l’ipotesi di interventi di soggetti dell’area Radicale a copertura del debito di Radicali Italiani, come invece avvenuto in passato.

La gran parte del debito maturato da Radicali Italiani, dalla sua costituzione nel 2001, si è formata nei primi 4 anni, per una somma pari a 2 milioni di Euro. Il Partito Radicale, e in misura inferiore la Lista Pannella, hanno poi rimesso 1,8 milioni di Euro di debito nel 2011. La tesoreria ha reso dunque pubblici, sul sito www.radicali.it, i dati relativi alla formazione del debito del Movimento e le informazioni sulla sua parziale remissione.

Iscrizioni

Le iscrizioni totali a Radicali Italiani al 29 ottobre sono 849, 74 in meno rispetto alla stessa data dell’anno precedente (-8%). Le iscrizioni a quota piena, senza considerare dunque quelle a “pacchetto”, sono 581, 3 in più rispetto all’anno precedente (+0,5%)*. Al 24 ottobre le iscrizioni a “pacchetto” risultavano in calo di 43 unità (-12,3%). Va ricordato che ci sono persone iscritte contemporaneamente a “pacchetto” (€ 590,00) e ai soggetti costituenti a quota piena (almeno € 200,00 nel caso di Radicali Italiani).

*gli iscritti a Radicali Italiani sono 849, tra questi sono compresi gli iscritti a “pacchetto”, persone che scelgono di iscriversi a tutti i soggetti della Galassia versando € 590,00, utilizzati per le spese di struttura della sede di Torre Argentina. L’andamento delle iscrizioni a “pacchetto” non è dunque da considerarsi come esito dell’attività esclusiva di autofinanziamento di Radicali Italiani.

Autofinanziamento

L’autofinanziamento complessivo al 29 ottobre è pari a € 176.339,85, +18,3% rispetto alla stessa data dell’anno precedente. Per la prima volta dal 2008 c’è un’inversione di tendenza.

Fanno parte dell’autofinanziamento complessivo € 4.080,00 raccolti da contribuenti che hanno indicato nello specifico di sostenere il Movimento per le Campagne #Sbanchiamoli e #Menoinquinomenopago. Radicali Italiani ha contribuito con € 1.500,00 alla marcia di Natale per l’amnistia.

È stato chiesto di dedicare due collaboratori, tra gli otto totali, del Call Center del PRNTT - operante per i soggetti politici della “galassia” - in una azione ad hoc di finanziamento del Movimento per un periodo limitato, fornendo loro informazioni sulle campagne di Radicali Italiani. La risposta è stata negativa.

È stato chiesto a Radio Radicale di mettere in onda degli spot volti specificatamente all’autofinanziamento di Radicali Italiani. La risposta è stata negativa.

La tesoreria 2014 di Radicali Italiani ha dovuto provvedere, per la prima volta dalla sua costituzione, in modo completamente autonomo all’autofinanziamento del Movimento a partire dalla fine del mese di luglio, dopo la cessazione dell’attività del Call Center del PRNTT che operava a beneficio di tutti i soggetti costituenti. Nonostante questa difficoltà, l’autofinanziamento ha superato i risultati dell’anno precedente grazie anche allo straordinario lavoro di Alessandro Massari.

Di seguito i risultati dell’azione autonoma di autofinanziamento di Radicali Italiani seguiti alla chiusura del Call Center del PRNTT (avvenuta il 18 luglio):

€ 61.230,00 di autofinanziamento e 125 nuovi iscritti a quota piena.
A seguito di contatti diretti si sono ottenuti contributi da 149 persone (oltre 200 contattate), 50 delle quali nuove iscritte, per un autofinanziamento pari a € 46.507,00.

L’analisi percentuale dell’incremento dell’autofinanziamento è fatta sull’“Anno Radicale”, come da prassi e per evidenziare i risultati legati alla gestione degli organi eletti, a differenza del dato a bilancio che considera l'anno solare.

Iscrizione a “pacchetto”

Esprimo i miei dubbi su questo strumento di raccolta fondi per 2 ordini di motivi:

1. L’intero introito da iscrizioni a pacchetto è destinato al Partito Radicale N.T.T per le spese di struttura delle quali beneficiano tutti i soggetti della “galassia” radicale: nulla dunque ricevono i soggetti costituenti, tra i quali Radicali Italiani. Si tratta di un meccanismo che mette in una condizione di inefficace concorrenza la raccolta di contributi a favore di Radicali Italiani e quella per le spese di struttura attraverso l’iscrizione a “pacchetto”: il soggetto costituente si concentra - come dimostrano i dati relativi al continuo calo di iscrizioni a “pacchetto” - sui contributi “per se”, dando erroneamente per scontato il pagamento delle spese di struttura da parte del PRNTT. Si tratta di un meccanismo disincentivante più utile ai soggetti per i quali le entrate da iscrizioni e contributi pesano meno rispetto a quanto accade per Radicali Italiani (finanziamenti derivanti da progetti o dal 5xmille).

2. Attraverso il “pacchetto” si chiedono iscrizioni a soggetti costituenti il Partito che, in alcuni casi, due, non esistono, che in altri casi pur producendo politica hanno la loro vita congressuale o statutaria sospesa o non sono politicamente contendibili non essendo possibile determinarne le cariche dirigenziali con processi democratici o partecipare al processo decisionale.

Proposte:

Sarebbe dunque auspicabile definire dei parametri per restare soggetti costituenti e procedere a una verifica dei poteri dei soggetti stessi, considerando inoltre che segretario e tesoriere dei vari soggetti partecipano con diritto di voto alle riunioni del Senato del Partito, organismo che, in questa fase, dovrebbe ad esempio decidere su una eventuale convocazione del Congresso del PRNTT.

Andrebbe inoltre rivisto il meccanismo del “pacchetto” – queste iscrizioni sono in continuo calo negli ultimi anni - non a danno della galassia ma a beneficio di questa, responsabilizzando maggiormente i soggetti costituenti, ognuno per quanto gli compete, re-inserendo il sistema per cui una parte delle entrate da pacchetto vengano distribuite tra i vari soggetti costituenti e prevedendo una quota per ogni soggetto da versare al Partito, proporzionale all’utilizzo della struttura. Questo incentiverebbe ad un’azione di autofinanziamento comune.

Come di seguito riportato, questa tesoreria ritiene da tempo indifferibile la locazione dell’attuale sede con il trasferimento dei soggetti in altra sede a costi sostenibili al fine di frenare la riduzione in corso da parte del PRNTT dei servizi utili ai soggetti costituenti (centro elaborazione dati, amministrazione, call center ormai chiuso, utenze etc), via che appare senza sbocchi e priva di un piano di azione, che, se esistente, non è noto.

Area Radicale

Per arginare parzialmente la crisi economico-finanziaria dell’Area e trovare una soluzione economicamente sostenibile, in Aprile la tesoreria, con il contributo di Giuseppe Alterio, ha elaborato una proposta: la locazione degli immobili di Torre Argentina per 18 anni e l’acquisto di un nuovo immobile adeguato alle esigenze dei soggetti politici. Accrescendo nel lungo periodo il patrimonio con una seconda sede, l’Area radicale si sarebbe assicurata un’entrata mensile di un minimo di 10 mila euro e garantita la presenza unitaria dei soggetti costituenti in un’unica sede.

Ritengo rientri nei compiti della tesoreria di Radicali Italiani informare gli iscritti in merito al contesto all’interno del quale Radicali Italiani vive. È necessario conoscere la situazione nella quale ci troviamo come soggetto costituente del Partito, come soggetto che utilizza la struttura di Torre Argentina e che ha uno stretto rapporto con Radio Radicale.

Su questo va detto che non informare sull’assetto proprietario e sulla situazione patrimoniale, ma solo sulle partite correnti, vuol dire dare un quadro parziale economico-finanziario dell’area Radicale. Mettere a vostra disposizione solo le informazioni su entrate e uscite correnti dei soggetti politici e non quelle patrimoniali e sull’assetto proprietario è economicamente insensato, anche per valutare le possibili soluzioni di uscita dalla crisi che coinvolge l’area.

La tesoreria ha reso dunque disponibile, sul sito radicali.it, lo statuto dell’associazione politica nazionale “Lista Marco Pannella” – soci Marco Pannella, Laura Arconti, Aurelio Candido, Rita Bernardini e Maurizio Turco – che detiene la maggioranza azionaria del Centro di Produzione SpA (Radio Radicale) 51,9% e Torre Argentina SpA 75,2%, e che gestisce l’archivio.

Ha reso disponibili, inoltre, in forma fruibile le informazioni essenziali economico-finanziarie sull’area Radicale e sul suo assetto proprietario, nonché i dati sulla situazione patrimoniale dell'Ass. L. Pannella, di Torre Argentina SpA, del Centro di Produzione SpA e dei soggetti politici Radicali.

Queste informazioni danno comunque una rappresentazione parziale. Sarebbe necessario predisporre un bilancio consolidato per avere un quadro leggibile della situazione complessiva: una sole voce di patrimonio netto, una sola di debito, una di avanzo/disavanzo di esercizio etc. Un bilancio consolidato dovrebbe dunque comprendere la situazione contabile e patrimoniale sia dei soggetti politici, sia di quelli proprietari.

Ho chiesto dunque, da anni, la redazione di un bilancio consolidato dell’area radicale, ovvero un bilancio che consideri in modo aggregato la situazione patrimoniale per tutte le passività interne ed esterne e il conto economico consolidato e che comprenda anche i conti delle parti correlate, nello specifico il Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito e i soggetti di questo costituenti, previa, evidentemente, la loro disponibilità.

Tra la struttura proprietaria/societaria e la galassia dei soggetti politici vi è un nesso politico, finanziario e statutario che legittima e rende necessaria un’aggregazione contabile, un bilancio consolidato. Il bilancio consolidato dell’Area radicale è l’unico strumento in grado di assicurare la conoscenza consolidata complessiva dei risultati delle gestioni di tutti i soggetti coinvolti.

Ciò consentirebbe l’apporto di ogni iscritto non solo nell’iniziativa politica, ma anche nell’analisi dei mezzi necessari a raggiungere i fini dell’area radicale. Il bilancio consolidato non rappresenta un fine ma uno strumento utile a conoscere e meglio deliberare.

I bilanci di esercizio delle singole associazioni o società non possono esprimere un contenuto informativo sufficiente a comprendere la realtà dell’area. Inoltre i bilanci dei singoli soggetti impegnati in imprese politiche acquistano la loro significatività anche nel contesto dell’area. L’azione politica radicale è anche la risultante delle iniziative di una pluralità di soggetti giuridici.

L’attuale assetto dell’Area Radicale ha garantito il proseguire della Storia Radicale e ha permesso, va detto, di evitare possibili se non probabili degenerazioni partitocratiche in un contesto quale quello del Regime italiano. Risultati importanti, sacrificando, va aggiunto però, in parte, una chiarezza nei processi decisionali politici - scelte dei candidati parlamentari, scelte in merito agli appuntamenti elettorali - e una conoscenza della gestione del patrimonio materiale, che pure riguarda tutti i Radicali.

Vi è un altro elemento di debolezza, la concentrazione della proprietà e la contemporanea diretta responsabilità di alcuni sul patrimonio materiale e su quello politico, con cariche elettive.

Partendo dall’assunto che la cosiddetta galassia è legata alla guida carismatica e alla vicenda politica e di vita di Marco Pannella, credo si debba prevedere un intervento sull’assetto proprietario che non sconvolga la natura e i pregi dell’esistente: prevedere come soci della Lista Pannella i responsabili legali, i segretari e i tesorieri, dei soggetti costituenti del Partito, lasciando naturalmente a Marco Pannella il ruolo di garante ultimo.

Patrimonio politico e patrimonio materiale

Marco Pannella giustamente ha differenziato il Patrimonio Politico dal Patrimonio Materiale in un soggetto politico, che pure sono intimamente legati. Io propongo alla vostra riflessione anche la doppia natura, non solo del patrimonio, ma anche della proprietà. Vi sono proprietà legale e la proprietà politica, la proprietà politica non solo del patrimonio politico, ma la proprietà politica del patrimonio materiale, anche questa va considerata per ogni proposta e/o azione da attuare in questa delicata fase della nostra storia.

Su questo punto risulta prezioso un contributo del '93 dell’allora tesoriere del Partito Paolo Vigevano sulla società proprietaria della sede storica: "Nelle relazioni presentate ai congressi, (..) oltre al bilancio del Partito in quanto tale ho sempre presentato le elaborazioni e le analisi relative a quelle che definivo “le risorse complessive del partito”, riferendomi con ciò soprattutto alla sede del partito e all’andamento economico della società che ne è la proprietaria, la Torre Argentina S.p.A. (..). Abbiamo in tal modo tenuto conto delle risorse complessive, cioè sia di quelle su cui il partito può direttamente contare, sia di quelle che, pur non essendo formalmente di proprietà diretta del partito, si possono considerare di fatto come facenti parte del patrimonio del partito stesso. È bene precisare che con il termine “risorse complessive su cui il partito può contare” anziché “proprietà” del partito si intende rispettare la forma giuridica del rapporto tra il partito e la società proprietaria della sede. Questa società infatti è stata costituita con denaro fornito dal partito a Sergio Stanzani e Paolo Vigevano, nel 1987, i quali ne sono i formali e sostanziali proprietari, anche se le somme loro conferite avevano un vincolo di destinazione”.

Il finanziamento della Lista Pannella è figlio dell’attività politica dei Radicali di un sessantennio (prima dunque della sua costituzione), delle loro iscrizioni e della loro attività, del consenso ottenuto nel Paese, oltre che dei sacrifici e degli investimenti di Marco e della gestione economico-finanziaria, così come il finanziamento di RR e del Centro di produzione, di Torre Argentina SpA e dei soggetti politici.

Va dunque superata la separazione tra la struttura proprietaria - con a capo l’Associazione Nazionale Lista Pannella e con le società, da essa controllate, che gestiscono Radio Radicale e la sede di Torre Argentina - e la galassia dei soggetti politici con al vertice il PRNTT.

Va ricordato inoltre - come ha fatto Mario Staderini all’ultimo Comitato - come le ragioni politiche e costitutive dell’Associazione Nazionale Lista Pannella siano esaurite e i ruoli più tardi assunti, superati. L’Associazione non riveste più né il ruolo di motore dei Club Pannella, né il ruolo di “cassa” per la Galassia che gestiva i rimborsi elettorali e i contributi dei parlamentari, mentre è venuto meno il collegamento politico in occasione delle scelte elettorali con il Movimento Radicali Italiani e/o, come avvenuto nel 2006 con la Rosa nel Pugno, anche con l’Associazione Coscioni. Per questi motivi, di conseguenza, rimane aperta la questione politica del futuro di un soggetto come la Lista Pannella, uno dei protagonisti della “galassia” Radicale. C’è l’ipotesi dello scioglimento dell’Associazione Lista Pannella, c’è l’ipotesi dell’apertura della Lista ai rappresentanti legali eletti dei soggetti costituenti, ce ne possono essere altre, resta la questione.

Associazioni Radicali

Si è dato vita alla realizzazione e alla pubblicazione sul sito radicali.it di uno spazio dedicato alle interviste ai segretari delle Associazioni Radicali in collaborazione con Radio Radicale.

È stato chiesto di riprendere dopo alcuni anni una trasmissione di Radio Radicale con collegamenti con i responsabili eletti delle associazioni territoriali per promuoverne le attività. La risposta è stata negativa.

È stato creato un database con le informazioni e i dati essenziali sulle Associazioni Radicali.

Altro

La tesoreria ha avviato un sondaggio tra gli iscritti 2014 e quelli degli anni precedenti, che non hanno rinnovato l’iscrizione, per comprenderne le ragioni, iniziativa unica nel suo genere dalla costituzione del Movimento.

La tesoreria ha chiesto al Comitato Promotore Referendum la cessione gratuita del dominio radicali.it, essendo questo sito gestito completamente da Radicali Italiani con i relativi costi. La risposta è stata negativa.

2^ parte

Democrazia e Diritto. Da qui un Congresso Radicale non può che proseguire e ripartire. L’analisi pluridecennale antipartitocratica di Marco Pannella l’abbiamo fatta nostra ed è non solo valida, ma attuale nei suoi tratti essenziali, ci permette e permette al Paese di leggere la realtà politica e sociale in una chiave unica, quella che noi definiamo Regime.

L’esito dell’azione del Regime, di cui abbiamo continue evidenze, è la degenerazione della Democrazia italiana in democrazia reale, una democrazia apparente, nella quale lo Stato di Diritto è violato nelle sue fondamenta e l’illegalità è diffusa.

La nostra lettura è dunque unica. Abbiamo nei decenni conosciuto e riconosciuto un sistema, che noi chiamiamo Regime, dove gli interessi di maggioranze politiche e opposizioni, di apparati di partito, di caste varie e di imprese pubbliche e private sono convergenti. Convergenti a danno dell’interesse dei cittadini. Un Regime che assicura da anni al Paese una crisi democratica più accentuata ed una economico-finanziaria più prolungata rispetto agli altri Paesi dell’Unione Europea, con specificità dunque tutte Italiane.

Il Regime è complesso, i Regimi sono complessi. Il Regime italiano si fonda su infrastrutture giuridiche strumentali alla sua continua rigenerazione, con un intreccio di interessi convergenti tra economia, finanza, politica e mezzi di comunicazione. Questo sistema complesso regge anche grazie all’uso politico di banche, sussidi, società pubbliche e grandi gruppi privati e all’uso da parte delle strutture economiche della politica e degli apparati di partito.

Tra gli effetti dell’azione di Regime abbiamo la difficoltà di accesso al credito da parte di imprese e famiglie, tassazione debito insostenibili e, nello stesso tempo, un consumo indiscriminato di ambiente e di risorse non rinnovabili.

Le campagne politiche alle quali abbiamo dato vita nel corso di questo anno, #Sbanchiamoli, #Menoinquinomenopago e da poco #Scacciamoli, hanno anche l’obiettivo di ri-allargare gli orizzonti dell’iniziativa politica Radicale e di tornare a parlare con segmenti di società con i quali abbiamo interrotto il rapporto. Ambiti della società “evoluti” e tradizionalmente sensibili a istanze rappresentate dalla pragmaticità dell’azione Radicale. Imprenditori, ecologisti, ambientalisti di ieri e di oggi.

Abbiamo cercato per queste riforme proposte al Paese la via indiretta della Democrazia rappresentativa proponendo a diversi parlamentari di fare un tratto di strada con noi e creando preziose interlocuzioni.

L’azione politica con queste campagne porta anche a una maggiore conoscenza e consapevolezza dei protagonisti e degli strumenti del Regime, e non vi è dubbio che l’attività bancaria e il sistema dei sussidi sono strumenti del Regime per mantenere posizioni di potere e per rendere il sistema impermeabile all’ingresso di nuovi attori economici.

#Sbanchiamoli – È notizia di questi giorni che due importanti banche italiane, MPS e CARIGE, sono state bocciate dall’UE. Si tratta, non casualmente, proprio delle due banche che fino a uno/due anni fa avevano la presenza maggiore delle Fondazioni, quindi dei Partiti, nel proprio capitale azionario. Due Fondazioni bancarie che fino all’ultimo hanno cercato di mantenere ciascuna il controllo del «suo» istituto. Il risultato? Due dei più grandi scandali bancari della storia della Repubblica. La rossa Monte Paschi ha buttato almeno 13 miliardi di Euro (8 dalla Banca e 5 dalla Fondazione).

In Italia le Fondazioni bancarie, in mano ai Partiti, hanno indebolito le Banche e la loro capacità di prestare denaro a imprese e famiglie. Le Banche stanno riducendo la capacità delle Fondazioni di aiutare i loro territori di riferimento con erogazioni adeguate, meno 44% tra il 2007 e il 2012. L’obiettivo è quello di salvare le Banche dalle Fondazioni e le Fondazioni dalle Banche. Noi Radicali proponiamo, con la campagna #Sbanchiamoli, che le Fondazioni bancarie escano dal capitale azionario delle Banche. Fuori i Partiti dalle banche! La Politica deve regolare i mercati, non controllare gli attori finanziari. La politica si limiti a dettare le regole e liberi le Banche dall'abbraccio delle Fondazioni. La legge prevede che le fondazioni diversifichino il loro portfolio, ma moltissime fondazioni investono oltre il 50% del proprio patrimonio nelle banche violando la regola. Questo non vuol dire diversificare per ridurre i rischi. Si tratta di scelte politiche che nulla hanno a che fare con la buona gestione, utili solo a mantenere in mano pubblica le banche. Il risultato è quello di erogare sempre meno denaro alle proprie città violando la legge.

Un recente studio di Mediobanca ha dimostrato che con investimenti diversi negli ultimi 12 anni rispetto a quello in capitale azionario delle banche avrebbe garantito rendimenti molto più alti a beneficio di una più forte patrimonializzazione e maggiori erogazioni.

Uno studio del Fondo Monetario Internazionale dimostra che attualmente le banche controllate per almeno il 20% dalle fondazioni sono meno capitalizzate rispetto alle altre banche. In qualunque scenario futuro previsto dall’FMI vede aumentare il gap tra queste banche e le altre.

Le Fondazioni toscane nel 2012 - senza considerare MPS - sono costate il 37% di quanto hanno erogato. La Deutsche Bank Foundation ha avuto invece oneri pari al 13% di quanto erogato, la Ford Foundation il 10% e l’italiana Unicredit Foundation il 12%”.

Le fondazioni bancarie erogano tramite bando per meno del 20% delle loro erogazioni.

Che ne pensa l’ex sindaco di Firenze, da sempre a conoscenza del sistema Fondazioni toscane-Banche e della sua evoluzione, ora capo del Governo, che guida il Partito con il maggior numero di nominati nelle Fondazioni bancarie? Renzi ritiene finalmente di rottamare questa pratica partitocratica che pesa sull’economia del Paese?

Le Fondazioni sono anche in CDP, formalmente privata - grazie alla presenza nel capitale proprio delle Fondazioni – che acquista asset pubblici “privatizzandoli” e sottraendoli dal perimetro del debito pubblico, e nel Fondo F2i (Fondo Italiano per le Infrastrutture), il più grande fondo chiuso del Paese.

Per la preziosa collaborazione su questa campagna ringrazio l’instancabile Alessandro Massari e il deputato di Scelta Civica Mariano Rabino che depositerà la PdL radicale #Sbanchiamoli – contenuta nella petizione parlamentare.

#Menoinquinomenopago – proponiamo che vengano eliminati sussidi, diretti e indiretti, che valgono 10 miliardi di euro, a chi consuma ambiente e risorse non rinnovabili (il paradosso è che in Italia chi inquina viene premiato) e con questo risparmio proponiamo di ridurre la tassazione su lavoro e imprese.

Il manifesto è stato elaborato, con Legambiente, da Michele Governatori, che ringrazio.

Il deputato del Partito Socialista Italiano Oreste Pastorelli ha collaborato e depositato la PdL. Abbiamo già ottenuto la firma di altri 13 deputati: Marco Di Lello, Pia Locatelli e Lello Di Gioia del PSI, Ermete Realacci, Valeria Valente e Massimiliano Manfredi del PD, Nicola Ciracì di FI, Salvatore Matarrese, di Scelta Civica, Alessandro Furnari, Vincenza Labriola e Alessio Tacconi del gruppo Misto (ex M5S), Edoardo Nesi, del gruppo Misto e Roberto Cappelli, Gruppo misto - Centro Democratico e, infine, al Senato la disponibilità di Gianni Pietro Girotto del M5S.

#Scacciamoli – con una petizione contenente una PdL, proponiamo di uniformare la normativa italiana a quella europea e di Paesi del Nord Europa, riducendo l’inquinamento da piombo, accrescendo la sicurezza per gli esseri umani, tutelando la proprietà privata, riducendo il numero degli animali uccisi, abolendo i richiami vivi ed evitando danni all’attività turistica. La petizione parlamentare #Scacciamoli (ringrazio Fabrizio Cianci – Maria Giovanna Devetag) è stata inviata alla Camera dei Deputati.

Tengo, amici, a segnalarvi 4 preziosi lavori che possono costituire punti di partenza di analisi e riforme da proporre al Paese, esempi di produzione politica di Radicali, magari meno noti, ma di notevole qualità.

1. Alessio Di Carlo dimostra, dati alla mano, come il problema centrale della giustizia civile non sia essenzialmente di natura legislativa ma politico-organizzativo. Esempi: i tempi in linea con l’Europa delle cause civili a Torino e Milano e i procedimenti pendenti per risarcimento danni da circolazione stradale in Italia nel 2012, che sono stati 450 mila (10% dei procedimenti pendenti totali). 256 mila sono a Napoli, il 60% del totale. Seguono a distanza siderale Roma, Salerno, Bari e Catanzaro. È dunque un problema legislativo? No ovviamente, lo è solo in parte. È un problema politico-organizzativo nonché culturale, foriero di inefficienze e favori. Manager, dunque, nei tribunali, naturalmente non di nomina politica.

2. Manuela Zambrano. Insieme abbiamo immaginato e delineato una traccia di proposta, che Manuela ha sviluppato, di riforma nell’ambito dell’edilizia – settore che ha un ruolo centrale nell’economia del Paese, 10% del PIL - volta ad accrescere la sicurezza a fronte dei rischi sismici e idrogeologici, a rilanciare l’economia di settore, a ridurre l’utilizzo di materiali non ecologici derivati da fonti di energie non rinnovabili, a contenere i consumi energetici. Rinnovamento del patrimonio edilizio italiano, un patrimonio edilizio da rottamare nel solco dei lavori di Aldo Loris Rossi.

21,5 milioni di persone abitano in aree del paese esposte a rischio sismico molto o abbastanza elevato; altri 19 milioni risiedono in aree a rischio "basso", come l'area dell'Emilia colpita di recente da un catastrofico terremoto. Si stima altresì che il 40% del patrimonio edilizio italiano non sia adeguato a resistere ad un sisma di media intensità - negli ultimi 40 anni gli eventi sismici hanno comportato danni diretti pari a 147 miliardi di euro, circa 3,6 miliardi di euro l'anno. Ridurre l’impatto di eventi sismici consentirebbe, tra l’altro, di limitare il sistema degli appalti legati alle emergenze. Manuela Zambrano propone misure finalizzate alla partecipazione dei privati, con le proprie risorse economiche, alla ricostruzione del Paese.

3. Un lavoro di Massimo Giannuzzi e Alessandro Massari che analizza la riforma costituzionale Boschi, nota anche come Finocchiaro-Calderoli, e la riforma elettorale “Italicum” evidenziandone, indiscutibilmente, l’ulteriore deficit di democrazia che ne risulterebbe per il Paese.

4. Documento di Michele Governatori – ci spiega, partendo dalla recente produzione politica radicale sul tema, come attivare politiche che permettano, nello stesso tempo, di perseguire sviluppo e benessere e di ridurre consumo di ambiente e di risorse non rinnovabili.

Nel nostro Paese la Riforma costituzionale Finocchiaro-Calderoli, voluta da Renzi, - approvata dal Senato e in attesa di conferma alla Camera - prevede che le firme necessarie sulle leggi di iniziativa popolare passino da 50 mila a 150 mila (con l’obbligo di esame) e che quelle utili a indire un referendum restino sì 500 mila, ma con l’opzione di abbassare il quorum per chi ne raccoglie 800 mila, inevitabilmente solo i grandi partiti organizzati con molti consiglieri. Vogliono consegnare gli strumenti di democrazia diretta ai grandi Partiti con soldi e consiglieri, sottraendoli ai cittadini.

Ma il PD di Renzi non era il Partito della partecipazione dei cittadini alla vita democratica? Quante volte abbiamo ascoltato richiami alla partecipazione da questi signori? Tutti conosciamo l’impostazione che il Partito Democratico di Renzi ha dato alla costituzione delle Città metropolitane e alla riforma del Senato, elezioni di secondo livello che escludono ed escluderanno il cittadino dalla conoscenza delle proposte in campo e dalla possibilità di incidere. Proprio il mantra della partecipazione sta portando un attacco alla Democrazia.

Una strada non nuova ma necessaria, compagni - considerando anche la difficoltà di ottenere riforme fuori delle istituzioni nazionali ed europee - propongo debba essere quella di tentare di attivare o riattivare strumenti di iniziativa popolare a tutti i livelli, dai Comuni all’Unione Europea, per rigenerare diritto e democrazia. Sostengo, dunque, la proposta di Marco Cappato che definirei come una “Primavera della Democrazia”, e su questo propongo al Congresso di aprire un confronto e, auspico, di deliberare in merito.

Per affiancare e supportare una mobilitazione primaverile di iniziative popolari, vi propongo di costituire la “Lega per l’Iniziativa Popolare”, con l’obiettivo di riattivare o potenziare gli strumenti di democrazia diretta e di iniziativa popolare a tutti i livelli istituzionali e di riconsegnare al cittadino la seconda scheda, quella referendaria, così come proposte di legge e delibere popolari.

Un’azione politica guidata dai Radicali, dal movimento che ha dato vita a grandi riforme sociali in questo paese con i referendum. Una grande aggregazione aperta, naturalmente, a movimenti, organizzazioni, personalità, parlamentari nazionali ed europei, consiglieri locali e regionali e cittadini interessati al perseguimento di questi obiettivi. Un’aggregazione laica delle forze e degli individui con precisi obiettivi.

Va considerato che in questa fase la strada della democrazia rappresentativa, in termini di impegno elettorale diretto, è difficilmente praticabile - per quanto i Radicali non debbano certamente rinunciare a valutare qualunque opportunità possibile -, e che il terzo strumento di attivazione di democrazia e diritto, l’attivazione delle giurisdizioni nazionali e internazionali, che ha regalato successi ai Radicali, resta una strada da percorrere pur essendosi caratterizzata fino ad ora per una debole capacità aggregante.
Una lega, dunque, come strumento funzionale al “progetto Cappato” di una mobilitazione primaverile, che affianchi all’azione di attuazione degli strumenti attualmente disponibili una lotta politica per la creazione e per la conquista di nuovi strumenti realmente accessibili e fruibili dai cittadini e non solo - come avviene ora - ai grandi partiti organizzati con consiglieri, autenticatori e risorse economiche.

Un lavoro prezioso di Mario Staderini e Michele De Lucia delinea già alcune delle istanze che potrebbero essere della “Lega per l’Iniziativa Popolare”: abolire l’obbligatorietà della vidimazione dei moduli per la raccolta firme da parte delle segreterie comunali (o delle cancellerie degli uffici giudiziari) così come abolire l’obbligo di autenticazione prevedendo controlli successivi, come accade in Svizzera; rendere possibile la raccolta firme attraverso strumenti telematici che garantiscano l’identificazione certa del firmatario; estendere la platea degli autenticatori – agli avvocati come a persone indicate dai Comitati referendari autorizzate dai sindaci; voto elettronico.

Propongo dunque al Congresso di deliberare sulla proposta di costituzione della “Lega per l’Iniziativa Popolare” che unisca tutti coloro che ritengono urgente rimuovere gli ostacoli che impediscono l'effettivo esercizio dei diritti di partecipazione democratica.

Compagni, dobbiamo continuare ad avere la forza di essere diversi e ricordarci che quello che non faremo noi, c’è il forte rischio che in questo Paese non lo faccia nessuno!

* L’articolo 127, paragrafo 1, del Trattato istitutivo della UE sancisce che “l’obiettivo principale del Sistema europeo di banche centrali [...] è il mantenimento della stabilità dei prezzi.”
** Draghi, discorso del 26 luglio 2012 – “ All’interno del nostro mandato, la Bce è pronta a fare tutto il necessario per preservare l’euro. E credetemi, sarà sufficiente ” per stabilizzare immediatamente i tassi dei bond periferici, senza che la banca centrale comprasse un singolo titolo di stato. In sostanza, è come se Draghi avesse detto agli speculatori: “Il gioco è finito: da oggi in poi se il tasso d’interesse di un certo paese sale oltre un certo limite, interverrà la Bce comprando i titoli al posto vostro”. Dal punto di vista della salvaguardia dell’integrità finanziaria e politica dell’eurozona, il piano OMT (acquisto diretto titoli del debito pubblico da parte della BCE) – pur non essendo mai stato effettivamente implementato – è stato indubbiamente un successo, mettendo il freno a una furia speculativa che rischiava di far rapidamente implodere l’unione monetaria. Non a caso l’intervento di Draghi è noto come “il discorso che ha salvato l’euro” - Fonte EUNEWS.IT - 30 luglio 2014
*** La decretazione d'urgenza ha sovvertito la costituzione e i regolamenti parlamentari. La DC già ne abusava. Dovette intervenire la Corte Costituzionale per far interrompere l'abitudine di reiterare i decreti legge oltre i 60 gg, facendoli decadere e non rendendoli più presentabili (se sono norme urgenti 60 gg bastano e avanzano, se invece non sono convertite, allora non sono urgenti e decadono). La soluzione è stata peggiore del male visto che ora, per rispettare i tempi di 60 gg tassativi, i "governativi" eliminano qualsiasi discussione grazie ai maxiemendamenti con votazione di un solo articolo.
**** ”(..) si è manifestata una crescente, e anomala, supremazia decisionale del Consiglio, particolarmente durante la crisi finanziaria, quando ha imposto una severa politica di austerità alla Commissione e al Parlamento. Con arroganza, ha trasformato di fatto la Commissione in un suo segretariato” - Guido Montani “Far crescere il governo dell’Europa” (il Mulino 4/14)

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