Vendola, Tempa Rossa e il filo nero di Vel-Eni che corre tra Basilicata e Puglia

Eni

Di Maurizio Bolognetti in sciopero della fame dal 15 ottobre (dal 24 alterno un giorno di sciopero della sete a un giorno di sciopero della fame) per chiedere l’istituzione dell’Anagrafe dei siti da bonificare in Basilicata.

Il contesto, sempre il contesto per dirla con Leonardo Sciascia e Marco Pannella.

 

Da Taranto emerge una di quelle notizie rivelatrici, che plasticamente fanno comprendere una realtà e cosa stia accadendo tra Basilicata e Puglia sul fronte delle attività di estrazione, raffinazione e stoccaggio idrocarburi.

Il progetto “Tempa Rossa” da mesi sta facendo discutere, o meglio si tenta di impedire la discussione su scelte scellerate che comprometteranno ulteriormente l’ambiente in Lucania e nella martoriata “Città dei due mari”.

“Tempa Rossa” significa concessione di coltivazione idrocarburi Gorgoglione in Basilicata, dove nella Valle del Sauro Total e soci a breve estrarranno circa 50mila barili di greggio al giorno.

Ma ogni barile in più estratto in Basilicata finirà, attraverso l’oleodotto Monte Alpi, alle raffinerie Eni di Taranto dove troviamo, appunto, l’altra faccia della medaglia del progetto “Tempa Rossa”.

La Basilicata Saudita, lo abbiamo raccontato molte volte, è da tempo prona di fronte agli interessi delle multinazionali dell’oro nero.

Tanto prona che qualche volta l’ineffabile Vendola si è addirittura permesso di dare lezioni ai suoi vicini sulla questione petrolifera.

Peccato che il governatore di tutte le Puglie, nel 2011, non ci abbia pensato due volte ad esprimere parere favorevole di compatibilità ambientale in calce al “progetto di adeguamento delle strutture della Raffineria di Taranto per lo stoccaggio e la movimentazione del greggio proveniente dal giacimento denominato Tempa Rossa, sito nella provincia di Potenza”.

Parere favorevole, si badi bene, giunto nonostante il parere contrario espresso da Arpa Puglia nel marzo del 2011.

Ma il vero colpo di teatro in tutta questa storia, fatta di doppi binari e doppie verità, è rappresentato dalla decisione del dottor Francesco Manna di accettare il prestigioso incarico di responsabile dei rapporti istituzionali dell’Eni.

Per chi non lo sapesse chiariamo che il dottor Manna era Capo di gabinetto della Giunta Vendola quando la stessa decideva di esprimere parere favorevole al progetto “Tempa Rossa”.

Auguri Nicky, e auguri soprattutto ai miei avvelenati amici tarantini, che nonostante tutto continuano a battersi.

Prima o poi riusciremo a spezzarlo il filo nero che corre tra Basilicata e puglia. In ogni caso continueremo a provarci. Lo dobbiamo fare per salvaguardare il diritto alla salute e per tutelare preziose risorse idriche e non solo.

Continueremo a batterci nonostante il contesto per affermare il rispetto della legge, del diritto, del Codice dell’Ambiente, della Costituzione, di vilipese Direttive comunitarie e del sacrosanto diritto alla conoscenza.

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