La Convocazione

Di Maurizio Bolognetti
Avere a che fare con la giustizia è qualcosa che procura sempre uno stato di ansia, soprattutto quando parliamo di un paese come l’Italia che da lustri continua a violare impunemente la sua propria legalità e le convenzioni a tutela dei diritti umani.
Ed è certamente per questa ragione che quando ho appreso di essere stato convocato, in qualità di teste, in un procedimento penale a carico di tale O.G. accusato di minacce, ho provato un sottile senso di inquietudine.
Un’inquietudine accresciuta dal fatto di non riuscire a ricordare chi fosse O.G. e perché la sede della convocazione fosse il Tribunale di Catanzaro.
Facile immaginare che per due notti ho perso il sonno, cercando di capire dove e quando si fossero verificati i fatti a cui teoricamente avrei assistito. Pensa e ripensa: niente, buio pesto.
Poi succede che, frequentando per altre ragioni il Tribunale di Catanzaro, riesco finalmente ad apprendere il motivo della citazione.
O.G. è un detenuto ed io avrei ascoltato, nel corso di una visita ispettiva effettuata presso la casa circondariale di Potenza, minacce pronunciate dal sopra citato nei confronti del magistrato di sorveglianza.
La rivelazione mi ha aperto un mondo e a quel punto ho iniziato a ricordare una serie di fatti.
Mi è venuto in mente, per esempio, che nel giugno del 2012 presentai un esposto-denuncia indirizzato al Procuratore capo di Potenza Laura Triassi. Una denuncia per evidenziare le illegalità emerse rispetto alla casa circondariale di Potenza. Illegalità riportate nero su bianco nella risposta data ad un’ interrogazione presentata dall’on. Rita Bernardini nel gennaio del 2012.
Ed è proprio nel corso di una visita ispettiva alla Casa Circondariale di Potenza, tenutasi nell’agosto 2012, che secondo la Procura si sarebbero verificate le minacce di cui è accusato O.G.
Eppure io di quell’episodio non conservo memoria alcuna e O.G. è citato nei miei appunti solo per segnalare che “il detenuto lamenta la distanza dalla famiglia, dice che ha 4 bambini e che finalmente tra 110 giorni uscirà”.
Solo questo, uno dei tanti appunti raccolti visitando un’umanità sofferente e abbandonata al suo destino, così come si sentono abbandonati e dimenticati dallo Stato gli Agenti di Polizia penitenziaria.
No, non ricordo minacce e avendo visitato in pochi mesi numerose carceri e ascoltato le parole di centinaia di detenuti difficilmente potrei associare delle minacce a un nome, a maggior ragione a tre anni di distanza dalla vicenda.
Prendo atto, però, che mentre nel caso di O.G. è scattata inesorabile l’obbligatorietà dell’azione penale, non è andata allo stesso modo per l’esposto-denuncia indirizzato alla Procura della Repubblica di Potenza.
Il 17 giugno 2012, all’indomani dell’esposto inviato all’attenzione della dott.ssa Triassi, scrivevo:” Visto che qualcuno dice che esiste l’obbligatorietà dell’azione penale, mi permetto di suggerire alla Procura della Repubblica di Potenza una attenta lettura della risposta data dal Ministero di Giustizia (fu Grazia) all’interrogazione presentata dall'on. Rita Bernardini sul carcere di Potenza. A nostro avviso ci sono notizie di reato”.
Del resto, nel maggio 2012, il Ministero della Giustizia così si esprimeva: “a causa della riduzione degli stanziamenti sui capitoli di spesa per l’edilizia penitenziaria non è stato possibile eseguire gli interventi di manutenzione relativi alla sistemazione della sala colloqui, del muro di cinta, dei reparti detentivi, al ripristino dell’integrità della copertura del fabbricato, degli impianti termici e dell’impianto antincendio”.
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