Cina: da piazze di Hong Kong una lezione di nonviolenza e buon senso riformatore, il silenzio di Italia ed Europa non aiutano la democrazia in Asia

Dichiarazione di Marco Perduca, rappresentante all'Onu del Partito Radicale in questi giorni a Hong Kong, e Rita Bernardini, segretario di Radicali Italiani:
"Ringraziamo le migliaia di manifestanti a Hong Kong per la lezione di civismo che danno al mondo. E' la classica lotta di Davide contro Golia che anche noi Radicali conosciamo e pratichiamo da sempre. Una lotta nonviolena quella dei cittadini di Hong Kong che riesce a tenere insieme un movimento senza leadership coordinate ma che ha individuato nelle riforme democratiche e liberali i propri obiettivi comuni.
Quando la polizia o gli ascari di Pechino usano la forza o attaccano in piazza, a Hong Kong si porge l'altra guancia. Gli studenti, provati da oltre sette giorni di occupazione, non rispondono alla violenza. La nonviolenza che a Hong Kong oggi è di strada, domani deve divenire nonviolenza politica per mettere insieme le componenti del movimento:
la federazione degli studenti di Hong Kong, il gruppo dei giovani Scholarism, i decani di Occupy Central e i legislatori indipendenti e quelli riuniti nel gruppo Pan-Democracy.
Si tratta della vera prova del nove del movimento e della lotta nonviolenta per i diritti umani e la democrazia in tutto il mondo. È incredibile, ma non ci meraviglia, come in Europa le istituzioni e i politici di regime non si rendano conto del livello di "educazione civica" incarnato da questo movimento di piazza. Hong Kong è la cartina di tornasole di cosa puo' divenire la Cina se l'arma di attrazione di massa della promozione delle libertà civili raggiunge oltre un miliardo di persone. L'Unione Europea, presieduta in modo piattamente burocratico dall'Italia, deve chiedere a Pechino di rispettare i patti con Hong Kong e avviare un dialogo trasparante con l'opposizione democratica per consentire le riforme di piena partecipazione, attiva e passiva, dell'elettorato di Honk Kong. Il silenzio istituzionale rischia solo di condonare le prepotenze che son state minacciate nelle prossime ore. Nei prossimi giorni chiederemo ai Parlamentari italiani ed europei di impegnare il governo italiano e la Commissione e il Consiglio europeo in questa direzione.
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