Bolognetti: Quando a denunciare sono i Radicali

Di Maurizio Bolognetti, segretario Radicali Lucani
Confesso che dopo aver letto l’articolo sull’ospedale San Carlo e dintorni, pubblicato dal Fato (non è un refuso) Quotidiano, ho inevitabilmente ripensato ai quasi 25 anni lucani, della mia Basilicata, trascorsi a descrivere un contesto che da qualche anno chiamiamo “Peste Italiana” e ieri definivamo “Caso Italia”.
In particolare mi è venuto in mente un caro amico, Egidio Sisinni, delle cui vicissitudini ebbi ad occuparmi qualche anno fa.
Una di quelle notizie - inutile nasconderselo - che ai "Caporali" di giornata e di regime non interessano.
Una di quelle storie dove fatichi a distinguere tra bianco e nero e ci sono solo sfumature di grigio, o forse grigio e basta. Il grigiore tipico e il tanfo soffocante emanato dalla putrefazione di un sistema dove non esistono regole e lo Stato di diritto diventa una chimera, e dove la strage di legalità – per dirla con Marco Pannella - si fa inevitabilmente strage di popoli e spezza vite.
Il 23 settembre del 2009, fui convocato in qualità di teste per essere ascoltato sul "Caso Sisinni", sui contenuti di una denuncia che cinque anni prima, nel 2004, avevo presentato contro i vertici della Asl n.3 di Lagonegro. Mi ero deciso a farlo dopo aver percorso ogni altra strada, anche quella della “moral suasion”. Un esposto-denuncia depositato presso la stazione CC di Latronico e indirizzato alla Procura della Repubblica di Lagonegro.
Ma quel 23 settembre non fui il solo ad essere convocato. No, la Procura convocò anche Egidio, che era morto di Sla tre anni prima.
Non nascondo il moto di rabbia e indignazione che provai allora e che ancora oggi provo quando ripercorro le tappe di questa vicenda. Io so che Egidio quella testimonianza avrebbe tanto voluto renderla e magari gridare con la voce che aveva perso.
Quattro anni prima, nel 2005, ero stato assolto in sede di udienza preliminare dall'accusa di aver diffamato l'allora direttore sanitario della Asl n.3.
Mi avevano denunciato dopo un volantinaggio e una manifestazione a Lagonegro (PZ) convocata per raccontare una storia che non era solo storia di malasanità e sulla quale innestammo una iniziativa di lotta e di proposta sulla questione del “Nomenclatore tariffario delle protesi” e sugli ausili non previsti dallo stesso.
Ma che importa, queste cose non interessano ai Caporali di giornata e di regime e non c'è da stupirsi. Noi ci battiamo per affermare il rispetto della legge, del diritto, delle regole, i "Caporali" fanno altro. Ma per dirla tutta, preferisco continuare ad essere Uomo e non Caporale e mi tengo stretta nel portafogli la foto di Egidio e porto con me la sua sete di giustizia e di diritto.
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