Riforma Senato. Turco e Testa: si rottama tutto ma l'autodichia non si tocca

Dichiarazione di Irene Testa coautrice insieme ad Alessandro Gerardi del libro Parlamento zona franca, e di Maurizio Turco, già parlamentare Radicale e membro della Commissione Affari Costituzionali della Camera:
Il Governo, che vuole le riforme costituzionali per modernizzare il Paese, ha respinto la proposta di abrogare l'autodichia. Un reperto ottocentesco, che la stessa Corte costituzionale ha riconosciuto oramai unico al mondo, è stato ritenuto dalla relatrice Finocchiaro e dal sottosegretario Pizzetti così indispensabile alla nuova Italia, da indurli ad esprimere parere contrario all'emendamento Buemi che intendeva abrogarlo, provocandone il ritiro.
Anche il premier rottamatore ha paura di rimuovere i vincoli che impediscono alla legge di 'entrare' nella vita amministrativa degli organi costituzionali; la richiesta di sottoporre contratti di lavoro e di appalto al giudice esterno è evidentemente contraria agli interessi di maggioranza ed opposizione, uniti nell'opporsi alla richiesta, che riprendeva un disegno di legge di Rita Bernardini. Che il famoso codicillo segreto del patto del Nazareno debba cercarsi tra gli affitti immobiliari delle Camere, che recentemente hanno ricevuto attenzioni bipartisan? O forse si vuole mantenere il potere politico assoluto, sull'incremento o decremento del trattamento stipendiale delle rispettive burocrazie? O non è invece il controllo della Corte dei conti proposto dall'emendamento 6.13,che si intendeva fermare?
La risposta compete ad una stampa libera, che illumini le aree opache della gestione amministrativa degli organi costituzionali. Ai radicali, invece, non resta che rilevare come si sia sprecata un'altra occasione per affermare lo Stato di diritto nel nostro Paese.
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