Lettera appello a presidente, consiglieri e assessori della Regione Abruzzo dai referenti Amnistia Giustizia Libertà - Abruzzo, Vincenzo di Nanna e Ariberto Grifoni

Consiglio regionale d'Abruzzo

Egregi Presidenti, Egregi Consiglieri e Assessori,

sentiamo il dovere di sollecitare la vostra attenzione sulla perdurante inadempienza delle nostre Istituzioni nei confronti dei cittadini detenuti, argomento non nuovo per la Regione Abruzzo che approvò all’unanimità, all’ultima seduta del precedente Consiglio la risoluzione che riportiamo di seguito.

Come Radicali siamo certi che provvedimenti combinati di amnistia ed indulto siano allo stato attuale di urgente necessità, proprio perché propedeutici ad una riforma strutturale della giustizia atta a riportare il nostro Paese nell’alveo della propria legalità costituzionale e del diritto internazionale.

Necessità e urgenza rilevate con chiarezza anche dal nostro Presidente, Giorgio Napolitano, nel messaggio alle Camere dello scorso 8 ottobre, e pochi giorni fa anche dalle Nazioni Unite.

Particolarmente intollerabile è poi il fatto che nelle carceri italiane sia negato il diritto alla salute.

Oltre il 60% dei detenuti soffre, infatti, di patologie cui le strutture penitenziarie non sono in grado di garantire prevenzione né tantomeno cura. Patologie che, oltretutto, sono non di rado generate dalla stessa carcerazione, o con essa incompatibili.

Paradigmatico in questo senso è il caso di Bernardo Provenzano, incapace di intendere e di volere, incapace di attività autonoma e sottoposto a nutrizione parenterale, ma comunque costretto alla tortura del carcere duro come prescritto dal 41-bis (nonostante la richiesta di revoca delle procure di Palermo, Caltanissetta e Firenze).

Queste motivazioni hanno indotto Marco Pannella, Rita Bernardini e molti di noi a intraprendere un nuovo Satyagraha, nella forma dello sciopero della fame, con la richiesta di un intervento urgente del nostro Governo e del nostro Parlamento per porre immediatamente fine a questo intollerabile stato di cose.

Vi chiediamo di aderire a questa lotta, nelle forme e con le modalità che riterrete opportune, e, nel vostro ruolo, di portarne parola e azione nonviolenta nelle Istituzioni.

Vi chiediamo, altresì, di considerare l’utilità per ciascuno di voi d’iscrivervi al Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito per dare concreto sostegno alle numerose attività dispiegate da ciascuna associazione di quest’universo politico, in ogni angolo del mondo.

I referenti abruzzesi di Amnistia Giustizia Libertà     

Ariberto Grifoni e Vincenzo di Nanna

   

Risoluzione urgente

(sostegno al Satyagraha di Marco Pannella per l’amnistia)

Premesso che

nei giorni scorsi la cittadinanza abruzzese, come l’intera comunità nazionale, ha seguito con preoccupazione le notizie relative alla salute di Marco Pannella impegnato con i metodi della lotta nonviolenta  in un Satyagraha per ottenere, attraverso l’amnistia, il rientro nella legalità dello Stato italiano entro il 28 maggio, data in cui scadrà il termine fissato dalla Corte Europea dei Diritti dell’uomo relativamente alla “sentenza Torreggiani”;

l’amnistia e l’indulto, così come individuati dal Presidente della Repubblica nel suo messaggio alle Camere dell’8 ottobre 2013, costituiscono una misura indispensabile che, “senza perdere nemmeno un giorno”, consentirebbe al nostro Paese di rientrare nella legalità costituzionale sia italiana che europea;

non si può tacere di fronte alla mancata adesione e risposta da parte dell’Italia alla “sentenza pilota” adottata dalla Corte di Strasburgo l’8 gennaio 2013, relativa alla sistemica violazione dell’articolo 3 della Convenzione Europea sui Diritti Umani;

 il Satyagraha “abbiamo contato gli anni, ora contiamo i giorni” è iniziato il 28 febbraio per scandire quotidianamente il tempo concesso dalla Corte EDU allo Stato italiano affinché si ponga fine ai trattamenti inumani e degradanti che ormai da anni contraddistinguono l’esecuzione della pena e la custodia cautelare nei 205 penitenziari italiani ;

“l’obiettivo del Satyagraha è lineare e semplice: chiediamo che le nostre istituzioni mettano in atto tutti quei provvedimenti legislativi volti ad eseguire quanto richiesto dalla Corte di Strasburgo con la sentenza Torreggiani e cioè a rimuovere le cause strutturali e sistemiche del sovraffollamento carcerario che generano i trattamenti disumani e degradanti nelle nostre carceri (violazione dell’art. 3 della Convenzione – TORTURA)”,

Nel suo messaggio al Parlamento dell’8 ottobre 2013 il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha voluto richiamare la sentenza della Corte Costituzionale (n. 210 del 2013) con la quale essa ha stabilito che, in caso di pronunce della Corte europea dei diritti dell'uomo che accertano la violazione da parte di uno Stato delle norme della Convenzione, "è fatto obbligo per i poteri dello Stato, ciascuno nel rigoroso rispetto delle proprie attribuzioni, di adoperarsi affinché gli effetti normativi lesivi della Convenzione cessino";

lo stesso Presidente della Repubblica è tornato a sollecitare Parlamento e Governo: "È ora - a distanza di oltre sei mesi dal messaggio da me rivolto al Parlamento a questo proposito - di fare il punto sulle misure adottate e da adottare, anche in ossequio alla nota sentenza della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo";

 

il Consiglio Regionale dell’Abruzzo

esprime il proprio sostegno al Satygraha di Marco Pannella per lo Stato di diritto, il rispetto della dignità delle persone detenute, e auspica, assieme al Presidente della Repubblica, che il Parlamento si decida, prima che sia troppo tardi, a rispettare la prescrizione dell’Europa;

 

invita

il Governo nella persona del Presidente del Consiglio Matteo Renzi e del Ministro della Giustizia Andrea Orlando, il Parlamento nelle persone del Presidente del Senato Pietro Grasso e della Presidente della Camera Laura Boldrini a adottare entro la scadenza fissata dalla Corte Europea dei Diritti dell’uomo un provvedimento di amnistia ispirato al rispetto dei Diritti Umani fondamentali, sanciti nella Costituzione italiana, nella Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo, nella Dichiarazione universale dei Diritti Umani, il cui ambito di applicazione sarà definito dal Parlamento tenendo conto della gravità dei reati.

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