Corte Costituzionale: Certi Diritti, abrogato il divorzio obbligatorio in caso di mutamento di genere di uno dei due coniugi

Mentre il Parlamento danese ha approvato una legge che rimuove vari ostacoli al riconoscimento legale del genere, la Corte Costituzionale italiana ha dichiarato illegittima la norma che annulla le nozze se uno dei due coniugi cambia sesso in assenza della possibilità «di mantenere in vita un rapporto di coppia giuridicamente regolato con altra forma di convivenza registrata».
A 4 anni dalla sentenza 138/2010 l’Alta Corte ribadisce quindi l’invito a che si crei una forma di convivenza giuridicamente riconosciuta «che tuteli adeguatamente i diritti ed obblighi della coppia medesima, con le modalità da statuirsi dal legislatore». Questa volta però la Corte Costituzionale sostiene che il legislatore deve intervenire «con la massima sollecitudine».
Yuri Guaiana, segretario dell’Associazione Radicale Certi Diritti, dichiara: «Al di là dei chiaroscuri della sentenza, il Parlamento non può più esitare a rivedere la legge n. 164 del 1982, che dimostra tutto il suo anacronismo, anche per eliminare le ambiguità riguardanti le condizioni per ottenere il riconoscimento legale del genere. Ma il Parlamento non può ignorare nemmeno il nuovo forte invito dell’Alta Corte ad approvare una disciplina di carattere generale finalizzata a regolare diritti e doveri delle coppie di persone dello stesso sesso».
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